Anteprima, 25 febbraio 2021
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Biografia di Antonio Catricalà
Antonio Catricalà (1952-2021). Giurista. Presidente dell’Antitrust dal 2005 al 2011. Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio nel governo Monti (2011-2013). Viceministro dello Sviluppo economico nel governo Letta (2013-2014) • «“Sono figlio di un repubblicano e sono stato, in passato, di area laico socialista”, ha confessato un giorno al Corriere […] Nato a Catanzaro, è calabrese al punto da partecipare con orgoglio alla “Festa dei calabresi nel mondo” fianco a fianco con il calciatore del Milan Rino Gattuso» (Sergio Rizzo) • Laureato con lode in Legge a Roma, è nominato, dopo un concorso, assegnista universitario presso la prima cattedra di Diritto privato (Università La Sapienza di Roma – Facoltà giuridica). A 24 anni vince il concorso in magistratura e supera l’esame di abilitazione all’esercizio della professione forense. Vince i concorsi per procuratore dello Stato e, a 27 anni, per avvocato dello Stato. A 30 ha rappresentato il governo nel processo Moro; poi è diventato consigliere di Stato (1982). Presidente e componente di collegi amministrativi, ha collaborato con l’Ufficio legislativo della presidenza del Consiglio dei ministri ed è stato capo di gabinetto in diversi ministeri: nel 1994 alla Funzione pubblica con Giuliano Urbani (Berlusconi I) e poi con Franco Frattini (Dini); nel 1996 alle Comunicazioni con Antonio Maccanico (Prodi I); nel 1999 ancora alla Funzione pubblica con il ministro Angelo Piazza (D’Alema). È stato anche segretario generale dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni • «Tecnicamente bravissimo, simpatico nei rapporti personali, in possesso di una rete di relazioni fittissima, Catricalà è riuscito in questi anni a risultare sempre affidabile per Silvio Berlusconi senza mai perdere la simpatia del centro-sinistra. Così nel 2001 B. lo vuole a palazzo Chigi come segretario generale della Presidenza del Consiglio, di fatto braccio destro di Gianni Letta. Quattro anni dopo un nuovo salto: la presidenza dell’Antitrust, scelto da Berlusconi per gestire un momento complicato. Il precedente presidente, Giuseppe Tesauro, aveva lasciato sulla scrivania le pesantissime conclusioni di un’indagine conoscitiva sul mercato televisivo. C’era scritto che Mediaset aveva una posizione dominante, cosa tanto nota da provocare il sarcasmo del presidente Fedele Confalonieri: “Ma qualcuno deve pur essere dominante. Come in una corsa, qualcuno deve stare davanti”. Ma soprattutto il documento indicava le soluzioni. Primo: chi possiede le antenne non può possedere anche la concessionaria di pubblicità. Secondo: l’Auditel, che rileva gli ascolti tv e determina quindi i fatturati pubblicitari, non può essere di proprietà delle tv. Terzo: nel passaggio al digitale terrestre le reti Mediaset e Rai che hanno le frequenze analogiche non se le possono tenere tutte, un po’ ne devono mollare. Catricalà ha messo la relazione di Tesauro in un cassetto e non ha affrontato l’argomento fino al 2007, quando ha tuonato in nome del libero mercato contro la legge Gentiloni (mai arrivata al traguardo) che ipotizzava un tetto al fatturato pubblicitario Mediaset» (Giorgio Meletti) • Il 18 novembre 2010 designato alla presidenza dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas, ha rinunciato nove giorni dopo: «Ho scritto al Presidente del Consiglio per comunicargli la mia decisione di rimanere all’Antitrust» • Provvedimenti più importanti che ha curato nel governo Monti: il decreto sulle liberalizzazione, la lotta all’evasione fiscale, l’istituzione delle srl semplificate a un euro. «Ha ottimi rapporti con i protagonisti della strana maggioranza: con Casini (“Siamo amici, anche fuori dal Palazzo”); con Alfano (“Nutro grande stima, credo ricambiata”); con Bersani (“Da presidente dell’Antitrust dissi che era stato il migliore ministro dello Sviluppo”)» (Marco Galluzzo) • Nel 2014 si candidò a giudice della Corte costituzionale, sostenuto dal centrodestra, ma ritirò la sua candidatura dopo che per diverse votazioni non raggiunse il quorum dei 3/5 dei componenti. Dal 2017 era presidente del consiglio di amministrazione della società Aeroporti di Roma, che gestisce gli aeroporti romani di Fiumicino e Ciampino, e pochi giorni fa era stato nominato presidente dell’Istituto Grandi Infrastrutture (Igi), un centro studi sui temi degli appalti pubblici • Era socio dell’Antico Tiro a Volo ai Parioli • Due figlie, Giulia e Michela avute con Diana Agosti, conosciuta a Palazzo Chigi «nei corridoi della Presidenza del Consiglio. Lei in quelle stanze è entrata per concorso nel 1984 e oggi, dopo 28 anni di onorata carriera e altri due concorsi interni, è a capo del Dipartimento per il Coordinamento amministrativo. Ma per il sottosegretario Catricalà, il civico 370 di piazza Colonna, ormai ha più che il calore di casa. “Qui non c’è sabato e non c’è domenica. Qui maciniamo provvedimenti in continuazione. Qui se mi tolgono anche una sola persona questo ufficio c-h-i-u-d-e”» (Paola Zanca) • S’è ucciso ieri mattina con un colpo di pistola alla tempia. «A scoprire il corpo alle 9.10 è stata la moglie Diana Agosti. Catricalà era riverso sul pavimento del terrazzo della sua abitazione in via Antonio Bertoloni, nel quartiere Parioli di Roma, al primo piano. Non si vedeva la pistola, che era finita sotto il corpo, come accertato dai poliziotti intervenuti con la Squadra mobile e il pm di turno. I soccorritori dell’automedica hanno rilevato una ferita d’arma da fuoco, confermata dagli investigatori della polizia impegnati con la Scientifica nei rilievi sul posto. L’arma, regolarmente detenuta, è stata recuperata proprio sul terrazzo. La moglie agli inquirenti avrebbe parlato di un profondo stato depressivo di cui soffriva il marito. Poco prima delle 13.30 in via Antonio Bertoloni è giunta un’autoscala dei vigili del fuoco con il compito di recuperare il bossolo del proiettile che ha ucciso Catricalà, finito su un altro terrazzo dello stesso edificio in un appartamento vuoto. Il bossolo sarà sottoposto a successivi accertamenti da parte della Scientifica che sta svolgendo ulteriori indagini con la Squadra sopralluoghi, un’unità specializzata anche nella ricostruzione di scenari particolarmente complessi. Gli investigatori sono usciti dal palazzo di via Bertoloni portando diverse buste contenenti, sembra, documenti acquisiti nel corso del sopralluogo nell’appartamento e anche la pistola usata da Catricalà per togliersi la vita, una Smith&Wesson calibro 38, modello automatico» [Frignani, CdS].