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 2021  marzo 03 Mercoledì calendario

Alois Hitler, padre di Adolf

BERLINO Era un autodidatta, molto diligente, che aveva in odio intellettuali ed esperti. Era di umili origini, ma ossessionato dalla scalata sociale e frustrato dalla mancata accettazione da parte della borghesia dell’epoca. Di carattere collerico e arrogante, fu un genitore molto autoritario e severo: nonostante picchiare i figli fosse in quel tempo abbastanza comune, lui probabilmente lo faceva più spesso di altri. Ideologicamente era nazionalista, più precisamente deutschnational , ma non era un antisemita. Il suo nome era Hitler, Alois Hitler.
Probabilmente nessuna figura storica è stata al centro di libri, studi e ricerche più di Adolf Hitler e di coloro che gli ruotarono intorno prima e durante la sua sciagurata stagione al potere, dai gerarchi del nazismo ai suoi generali, passando per il suo architetto e la sua regista prediletta, e ancora l’avvocato, il medico, la segretaria, la guardia del corpo, l’autista, perfino il suo astrologo. Ma nulla si è mai saputo del padre del Führer. 
Basterebbe solo questo a qualificare come straordinario il libro Hitlers Vater. Wie der Sohn zum Diktator wurde, appena uscito in Austria e Germania per i tipi di Molden Verlag. L’autore è uno storico austriaco, che fin qui non si era mai veramente occupato del Terzo Reich. L’accademico Roman Sandgruber, docente all’Università di Linz, è conosciuto infatti soprattutto per i suoi studi di storia economica e sociale, fra i quali un apprezzato saggio sui banchieri Rothschild. 
A spingerlo su un terreno a lui non familiare sono state 31 lettere, scritte nel 1895, che per più di un secolo hanno accumulato polvere nella soffitta di una casa di campagna di Hafeld, un villaggio dell’Alta Austria. Alois Hitler le aveva scritte a un capomastro di nome Josef Radlegger, dal quale aveva acquistato una fattoria e al quale raccontava delle difficoltà economiche della famiglia, in un linguaggio molto forbito ed eccentrico. È stata la trisnipote di quest’ultimo a trovarle e a contattare Sandgruber, che le definisce «sensazionali». Il docente ha poi rintracciato altri scritti di Alois Hitler, fra i quali alcuni articoli pubblicati a sua firma sul giornale «Linzer Tages-Post». 
Il padre del dittatore nazista fu molto più di un contadino sempliciotto. Era nato in campagna, figlio illegittimo di un padre del quale non seppe mai il nome. L’unica istruzione che ebbe fu una classe della scuola elementare e un corso da ciabattino. Ma a 16 anni aveva lasciato i campi e si era trasferito a Vienna, dove fece una discreta carriera come ufficiale di dogana, un impiego molto ben retribuito. Ma il suo sogno era l’agricoltura, fatta con metodi moderni. Per questo seguì corsi di agraria e decise di acquistare la proprietà con venti ettari di terreno da Radlegger, anche se non fu un affare e pochi anni dopo fu costretto a rivenderla. 
Alois Hitler si sposò tre volte. Dalla prima moglie non ebbe figli. La seconda diede alla luce Alois junior, ma morì giovane. La terza fu Klara, cugina di primo grado, di 23 anni più giovane del marito e madre di Adolf, che nacque a Braunau am Inn il 20 aprile 1889. Anche il ruolo di Klara, secondo Sandgruber, va rivisto alla luce delle lettere del marito. Non solo angelo del focolare, piena di amore per il figlio e totalmente asservita al marito, come vuole la maggior parte delle ricostruzioni. Bensì saggia amministratrice dei beni di famiglia, grazie alla sua istruzione economica, e anche dotata di mezzi propri che furono decisivi nell’acquisto della proprietà: «Mia moglie ama il lavoro e ha la necessaria comprensione dell’economia familiare», scrive Alois a Radlegger. 
«Alois Hilter ebbe una grande influenza sul giovane Adolf – spiega Roman Sandgruber, in una intervista rilasciata alla “Süddeutsche Zeitung” —, anche più della madre. Perfino la loro calligrafia è molto simile, quasi identica». Alois fu padre autoritario e incline alla punizione fisica del ragazzo. I paralleli fra i due sono tanti: entrambi convinti della loro superiorità, cocciuti e resistenti a ogni consiglio, sprezzanti verso la scienza, la Chiesa e i nobili. 
Una cosa, però, Adolf Hitler non sembra aver preso dal genitore: il suo radicato antisemitismo. Dice l’autore: «Alois non era antisemita. Succedeva spesso a Linz: i padri deutschnational, i figli antisemiti e radicali. Successe lo stesso con Ernst Kaltenbrunner e con Adolf Eichmann. Non è un caso che i tre più celebri nazisti austriaci frequentarono tutti la Realschule o il Realgymnasium di Linz, dove fioriva un contro movimento di giovani che volevano essere più radicali dei genitori». 
La tesi di Sandgruber è quindi in contrasto con la più recente tendenza della ricerca hitleriana, secondo cui Hitler prima di arrivare a Monaco non era antisemita, poiché a Vienna aveva frequentato anche degli ebrei. In realtà, secondo lo studioso, l’antisemitismo del futuro capo del Terzo Reich affonda le sue radici proprio a Linz: un testo di un amico d’infanzia di Hitler, August Kubizek, citato nel libro, dimostra che il pensiero dell’igiene delle razze e dell’eugenetica circolava e trovava molti simpatizzanti fra i giovani dell’Alta Austria. Di più, molti degli insegnanti del giovane Adolf erano antisemiti e in città venivano pubblicati tre periodici ferocemente razzisti. 
Un mistero che però neppure le lettere di Alois Hitler contribuiscono a risolvere è quello del padre: chi era il nonno di Adolf? E perché all’età di 40 anni Alois cambiò il suo cognome da Schicklgruber a Hitler e fece registrare come suo padre legittimo il suo genitore adottivo, Johan Georg Hiedler, a quel tempo già defunto? E perché scelse Hitler invece di Hiedler? Sandgruber considera infondato il sospetto che Adolf Hitler avesse un nonno ebreo, «una voce frutto di propaganda». Ma anche lui ammette di non avere una risposta certa e definitiva: «La vera identità del nonno di Hitler è difficilmente dimostrabile». È un fatto che, dopo la sua ascesa, Adolf Hitler fece di tutto per nascondere molte tracce del suo albero genealogico e della sua storia familiare, pur di alimentare la narrazione della sua pura origine ariana. Una di queste tracce, rivelata dal libro di Sandgruber, è che la famiglia Hitler per un anno fu ufficialmente domiciliata a Linz nella casa di una delle più ricche famiglie ebraiche e che il medico che curò la madre Klara fino alla sua morte, Eduard Bloch, era un ebreo che poi sarebbe emigrato negli Stati Uniti per sfuggire al nazismo.