ItaliaOggi, 2 marzo 2021
Periscopio
Diciamo la verità: di Giuseppe Conte non rimane più nulla. Francesco Merlo. la Repubblica.
Il disinvolto Alessandro Di Battista (Dibba) soffia sul fuoco senza provocare, almeno sinora, grandi conseguenze. Di suo infatti ha poco, solo il bagaglio di simpatia. Cesare Cavalleri (Studi Cattolici).
«Il tuo ricordo di portavoce del Cav.?». Fu entusiasmante. Aria di cambiamento, ampi programmi. L’uomo era affascinante e di una trasparenza totale. Assistevo a ogni sua telefonata e incontro. Jas Gawronski, giornalista (Giancarlo Perna). Libero.
L’errore di base di Conte, che sta a monte di tutto, è stato l’immobilismo, la propensione a non decidere, a dilazionare, il puro galleggiamento rivestito di vuota retorica. Quanto agli errori specifici, sono talmente tanti che, per ricostruirli adeguatamente, ho dovuto addirittura scrivere un libro (La notte delle ninfee. Come si malgoverna un’epidemia, La nave di Teseo, ndr), senza contare le decine di articoli negli ultimi 12 mesi. Luca Ricolfi, sociologo (Alessandra Ricciardi). ItaliaOggi.
Il metodo di approccio che avrà Mario Draghi con Usa, Cina, Russia e Turchia sarà inevitabilmente intrecciato con le questioni finanziarie e di politica estera. E questo è un problema, perché la tradizione dei funzionari del Tesoro e della Banca d’Italia ha sempre tenuto a debita distanza la diplomazia, percepita come troppo verbosa. Il circuito dei ministri delle finanze e dei banchieri centrali, con il suo G7 e il rito delle riunioni del Fondo monetario internazionale e di Jackson Hole, è parallelo e indipendente da quello diplomatico. Luigi Bisignani. Il Tempo.
Salvini non capisce che la piattaforma della Lega è invisa a molta gente che pure è tutt’altro che tifosa della sinistra. Con il suo modo di fare e di parlare Salvini consolida solo lo zoccolo duro sovranista. Se il suo obiettivo è di riuscire a essere eletto a vita in Parlamento, senz’altro ci riuscirà. Ma se il centrodestra ambisce a governare, il leader leghista non deve accontentarsi dello zoccolo duro. Ernesto Galli della Loggia, storico (Maurizio Caversan). LaVerità.
Il premier tedesco, Adenauer, era molto serio, molto tedesco. Era legato a mio padre Alcide De Gasperi perché fu il primo a incontrarlo, quando tutti lo respingevano. Ma il suo vero amico fu Schuman. Quando papà morì, mi invitò a Parigi. Mi chiese di lasciargli qualche sua lettera, come ricordo. Maria Romana De Gasperi (Aldo Cazzullo). Corsera.
Salvini è sempre più incalzato dalla Meloni: chi vincerà la leadership? È in corso un riequilibro. Salvini aveva occupato nel Centrosud, in modo estemporaneo, lo spazio che politicamente era della destra, di An. Ora la Meloni si sta riprendendo l’elettorato che era suo. L’insieme dei voti finali non cambia. Il centrodestra ha comunque la maggioranza. Massimo Cacciari (Alessandra Ricciardi). ItaliaOggi.
Gli ìnuit mi salutano con il naso. Lo strofinano contro il mio e inspirano forte per capire come sto. In Groenlandia il virus non è mai arrivato. Dal 12 marzo 2020 viviamo separati dal resto del mondo. Robert Peroni che dal 1981 vive in Groenlandia (Stefano Lorenzetto). Corsera.
La critica di Orwell al comunismo si è mostrata più duratura. Il muro di Berlino è caduto solo nel 1989, nazismo e fascismo erano finiti con il 1945. Il comunismo è stato non solo più longevo, è stato certamente più subdolo. L’Urss è stata considerata a lungo la patria del proletariato mondiale nonostante i suoi stermini interni. Hitler faceva il male avendo detto di volerlo fare. Stalin parlava di comunismo, di nuova umanità liberata e di giustizia facendo il contrario, sterminando migliaia di rivoluzionari oltre che di avversari politici non comunisti. La classe operaia certo non aveva il potere in Russia. La dittatura era esercitata da un partito che sventolava le icone di Marx e Engels. Alfonso Belardinelli, critico letterario (Nicola Mirenzi). HuffPost.
La graduatoria dei vaccinati vede la Ue in fondo ai vari paesi del mondo. L’Italia è sotto la media europea per numero di vaccinanti ogni 10 mila abitanti (l’Italia è a quota 612). Ci strabattono nella Ue, non solo la Danimarca con 1.152 vaccinati ma anche la Romania, la Grecia e la Polonia, nonché la Slovacchia e il Marocco. Ah sì, il Marocco non è in Europa. Renato Farina. Libero.
Anche se l’ho sentito dire più volte sono sicuro che la tv non scomparirà. Lo si diceva anche per la radio, e non è mai successo. Dicevano che l’Mp3, l’iPhone, il cd avrebbero ammazzato la radio, invece sono diventati tutti amplificatori di contenuti radiofonici. Netflix, Amazon, Sky hanno frammentato il pubblico, ma non è per forza un male. Dopo le undici di sera, il 60% degli italiani non guarda i primi sette canali, ma altre tv: è chiaro che è successo qualcosa di epocale. Ma epocale non significa letale. Sbagliato è fare la tv secondo schemi vetusti, non continuare a farla. Per quanto mi riguarda è ancora una vecchia e cara compagnia. Nicola Savino (Simonetta Sciandivasci). il Foglio.
Ho tenuto per ultimo il discorso sulla mia inutile vita, esperienza di parlamentare democristiano, perché il sillogismo del mio nipotino sulla mia onestà (hai ragione, non dovevi mandarlo a scuola dai gesuiti, ma dai salesiani che educano agli affetti) mi è rimasto sul gozzo. Speravo che, scrivendo, mi andasse giù e invece no. Per dimostrargli che si sbaglia, non dirgli, per ora, che mi misero un po’ di tritolo sotto il sedere e fu un miracolo se oggi non sono per lui una foto ovale sbiadita sul caminetto. Potrebbe rispondere che anche i mafiosi a volte ci lasciano le penne e non per questo diventano martiri o brave persone. Guglielmo Zucconi, La scommessa. Rizzoli, 1993.
Il cuore vero di Malpaga (il teatrino, il salotto, il tribunale) è l’osteria alla Pergola. Fin dalle sette della mattina risuona di bicchieri, di sedie spostate, di tazze e cucchiai. Assente il Fiasco, il primo «mitra» (vino bianco e bitter) se lo cucca Attilio, il fabbro; poi, a ruota, arriva Dario, il benzinaro. Terzo, alle otto, si affaccia il maestro Tanari, pilastro della propaganda cattolica e consigliere comunale: quarant’anni, biondiccio, occhi grandi e spenti, ha i denti decimati dalla carie, neri come pastiche di liquerizia, e un complesso quasi edipico nei confronti dei congiuntivi. Quando si rivolge al prete, al sindaco, o deve parlare in consiglio comunale, inciampa fatalmente in un «vada», o annaspa tra gli, le e loro. Nantas Salvalaggio, Villa Mimosa. Mondadori, 1985.
Le mie opinioni saranno anche sbagliate, ma quanti sforzi mi sono costate. Roberto Gervaso.