ItaliaOggi, 2 marzo 2021
Un nuovo Van Gogh
Uno sconosciuto quadro di Vincent van Gogh, rimasto in Francia per cento anni nella stessa famiglia, è stato messo in vendita da Sotheby,s per una cifra piuttosto modesta, tra cinque e otto milioni di dollari. Certo, rispetto al valore dei meravigliosi quadri di Van Gogh, una cifra irrisoria. Il suo titolo è «Scène de la rue à Montmartre» e fu dipinto a Parigi, dove si trovava nel 1887.
Vincent abitò alcuni mesi a Parigi, ospite del fratello Theo in rue Lepice, una strada molto nota nel quartiere popolare dove vivevano artisti e intellettuali. Tutta cosparsa di caffè locali, dove si ritrovavano tutti i bohèmien intellettuali del luogo. Ma Vincent non amò mai Parigi, di cui mal sopportava la confusione e la congestione.
Come è noto tutte le opere di Vincent appartengono ai suoi ultimi dieci anni di vita. Van Gogh mal sopportava la fretta e la congestione di Parigi, come scriveva in una lettera a Paul Gauguin: «Sono rimasto a Parigi soltanto tre giorni e, poiché la confusione e il rumore di quella città hanno su di me un influsso molto negativo, ho prudentemente deciso, per i miei nervi, di andarmene in campagna».
Nel 1888 si trasferì in un paesino a nord di Parigi, Auvers-sur-l’Oise: «un posto profondamente bello, un vero paese, caratteristico e pittoresco» (Van Gogh). Tranquillo villaggio dove era stato ospite anche Cézanne. È l’anno della amicizia con Paul Gauguin e Vincent per alcuni mesi visse anche nell’appartamento di questi. Come è noto a fine anno scoppiò tra i due geni del pennello l’odio e in una lite Vincent tentò di colpire con un rasoio l’altro. Di questo sconvolgente episodio Vincent ebbe subito un angoscioso rimorso: si tagliò un pezzo dell’orecchio sinistro e lo mandò ad una prostituta amica di entrambi. Questo ultimo anno di vita vide Vincent alternarsi tra la carità degli amici e il ricovero negli ospizi. Sino al 27 luglio 1889, quando si sparò una rivoltellata e morì due giorni dopo.
Negli intervalli dell’insania Vincent dipingeva, spesso opere di altissimo livello. È la prima volta che l’opera viene presentata al pubblico e attribuita a Van Gogh. Quando il pittore morì, venne trovata ma anche esclusa dall’autenticità, anche perché priva di firma. Venne attribuita a un pittore tedesco minore. Tanto che nessuna galleria l’aveva voluta ed era stata acquistata nel 1920 da un collezionista francese. Dal 1928 si tratta della prima nuova tela scoperta «ex novo». Un lavoro di cospicue dimensioni, 93 x 73 cm. Gli esperti hanno studiato, non solo la tela, ma anche le testimonianze documentarie degli anni Ottanta. Van Gogh nelle sue lettere del 1888 cita più volte la località dove dipinse «Il tramonto», e dove s’era recato più volte per preparare il quadro.
Gli esperti hanno utilizzato i raggi x, l’uso degli impasti e la scomposizione degli strati di colori. E sono arrivati a concludere: «È un’opera di Van Gogh». Il quadro è un paesaggio, che raffigura uno squarcio del quartiere di Montmartre. E sullo sfondo raffigura il Moulin Dubray, noto anche come Moulin à Poivre, uno dei tanti mulini a vento disseminati sulla famosa «butte». Il mulino venne distrutto nel 1911. La pittura è animata da quattro figure, una coppia di sposi e due bambini che giocano. Nel dipinto viene raffigurato anche il recinto dell’iconico Moulin de la Galette, sormontato da lanterne decorative e, dietro una staccionata in legno, una giostra. La famosa critica d’arte francese Aurélie Vandervoorde considera il quadro di Van Gogh una testimonianza molto interessante di quello che era Montmartre alla fine del XIX secolo, quando era ancora un quartiere bucolico apprezzato dai parigini. La tela di Van Gogh, ormai restituita al suo creatore, sarà visibile in una mostra, che si aprirà il 24 settembre, intitolata «Van Gogh al lavoro».