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 2021  marzo 01 Lunedì calendario

Veline sanremesi

A‘cca nisciuno è fess. Qui di seguito trovate un breve apologo sulla gestione della comunicazione del Festival di Sanremo, tema di grande attualità che chiama in causa noi giornalisti e lo scarso rispetto di cui evidentemente godiamo (e probabilmente ci meritiamo). Domenica sera (21 febbraio) Amadeus e Fiorello sono stati ospiti di Fabio Fazio e da “Che tempo che fa” hanno rilanciato la notizia della presenza di Naomi Campbell, chiamata ad inaugurare il Festival accanto a Fiorello, martedì 2 marzo. È, di fatto, l’unico grande nome di questa sfortunata edizione. Lunedì a metà mattinata cominciano a girare voci (autorevoli e informate) di un possibile forfait della super top. A metà pomeriggio Amadeus annuncia la presenza di un’altra top model, l’italiana Vittoria Ceretti: “La kermesse si arricchisce di una nuova presenza femminile, è la giovane Vittoria Ceretti, super top model italiana che a poco più di vent’anni ha sfilato sulle passerelle di tutto il mondo per le più importanti griffe. È apparsa sulle copertine delle più prestigiose riviste di moda ed è la musa ispiratrice dei grandi maestri della fotografia contemporanea. Vittoria sarà la mia partner in una delle cinque serate di Sanremo 2021”. Poi, ma solo in tarda serata quando i giornali sono in chiusura (alle 21.30), il conduttore conferma il forfait di Naomi Campbell, spiegando che è legato alle “nuove restrizioni negli Stati Uniti” contro la pandemia. Dunque la strategia è quella di dare prima il nome della nuova ospite sperando di far passare sotto silenzio la defezione della Campbell, confermata tardi. Ora va da se che, con tutto l’affetto per la giovane e bellissima nuova invitata, Naomi Campbell era l’unico grande nome di questa edizione particolare non certo per colpa degli organizzatori. È un momento sfigatissimo e dunque tutto è possibile e si spiega alla luce di questo tsnumani che attraversa il mondo e si chiama Coronavirus. Detto questo, il direttore artistico del Festival deve credere che i giornalisti siano tutti allocchi, facili da prendere il naso. Il guaio è che la strategia della smentita ritardata ha in parte funzionato. E dunque parafrasando Nanni Moretti, “Ce lo meritiamo Amadeus”.
Falce e zimbello. Pare che “Live-Non è la D’Urso vada verso la chiusura anticipata”. Il talk show, scrive Dagospia, alle prese con i bassi ascolti, tra il 10-12% fino a notte fonda, dovrebbe salutare il pubblico di Canale 5 addirittura tra fine marzo e inizio aprile. I dirigenti Mediaset studiando una soluzione per evitare di far passare la chiusura come una sonora bocciatura per la conduttrice. Ora, a parte quello che noi pensiamo della trasmissione e della conduttrice, facciamo presente un vecchio adagio delle nonne: il troppo stroppia. Non è di questo parere il segretario del Pd Nicola Zingaretti che, con grandissimo sprezzo del pericolo e del ridicolo, ha twittato la sua solidarietà a Barbara D’Urso: “In un programma che tratta argomenti molto diversi tra loro hai portato la voce della politica vicino alle persone. Ce n’è bisogno!”. Zinga, quando il Pci era il primo partito non c’era la D’Urso (ma c’era il popolo e soprattutto c’erano altri segretari). Bandiera rotta.
Meglio tardi che mai. Dopo l’introduzione del nuovo codice civile, è arrivata in Cina la prima sentenza destinata a far parlare molto di sé: un tribunale divorzista di Pechino ha ordinato a un uomo di risarcire la ex moglie per i lavori domestici svolti durante il periodo in cui la coppia è stata sposata. La donna riceverà quindi 50.000 yuan (circa 6.300 euro), per cinque anni di lavoro non retribuito.