Specchio, 28 febbraio 2021
I giovani cinesi contro il divorzio lungo
In Cina c’è un affollamento di coppie di tutte le età, ma soprattutto di giovani, che non vedono l’ora di divorziare perché sta per essere applicata una nuova legge che rende sempre più difficile lasciare il consorte. Secondo questa normativa del nuovo Codice civile cinese approvato l’anno scorso, ma che entra in vigore in queste settimane, dopo aver presentato una prima domanda i divorziandi saranno costretti ad attendere un mese di modo da poter riconsiderare la loro decisione. Solo allora sarà concesso ai coniugi di ripresentarsi negli uffici del Comune per ottenere i documenti del divorzio. E’ un periodo cosiddetto «di raffreddamento», per evitare decisioni impulsive, ma è anche un tentativo da parte dei legislatori di mettere un freno allo sfarinamento del concetto di famiglia che sta vessando la Cina.
Questa normativa, infatti, è un intervento conservatore del Partito comunista cinese per rallentare il tasso di divorzi che dal 2003 è in crescita rapida, con quattro milioni di divorzi nel 2019, e con una seria impennata a partire dal lockdown del marzo 2020. Crisi da pandemia, certo, ma anche la manifestazione di una crescente parità di genere in cui le donne cinesi sono sempre più indipendenti economicamente e possono permettersi di divorziare dal marito e rifarsi una vita. A preoccupare ulteriormente i dirigenti del Partito comunista cinese, si palesa anche un tasso di nascite che, nonostante gli incentivi, nel 2020 ha raggiunto il punto più basso dal 2012.
Così la legge del nuovo Codice civile implementato quest’anno «per evitare divorzi fatti con superficialità e per rafforzare la stabilità della famiglia», come ha dichiarato in un comunicato il Pcc, impone ora un mese di riflessione obbligatorio. Il problema è che se in questi 30 giorni uno dei coniugi, sempre più spesso è il marito, cambia idea, allora l’altra persona, sempre più spesso la moglie, è costretta a rivolgersi a un avvocato e iniziare un iter costoso, percorso complesso e oneroso che le casalinghe raramente possono permettersi. Ecco perché l’hashtag «contro il divorzio rallentato» ha raccolto 600 milioni di commenti. E perché le richieste di concludere le pratiche di divorzio prima che entri in vigore la legge sono aumentate al punto tale che a Guangzhou i bagarini vendono appuntamenti online con gli avvocati matrimonialisti. Se la legge doveva ridurre il tasso di divorzi, l’effetto immediato è stato d’aver intensificato i divorzi impulsivi tra le giovani coppie, che davvero non sopportavano l’idea di dover passare assieme anche solo un altro mese «di riflessione».