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 2021  febbraio 28 Domenica calendario

Un carro nuziale riemerge a Pompei

Il carro era fermo nel cortile della villa alle porte di Pompei. Mentre il Vesuvio iniziava a manifestare i primi segnali dell’eruzione che avrebbe di lì a poco distrutto la città assieme a Ercolano e Stabiae, i cavalli erano nelle stalle, uno anche riccamente bardato. A festa. Quella carrozza da cerimonia era pronta per lasciare la dimora con a bordo una o due matrone. Oppure era rientrata in tutta fretta proprio per sfuggire al cataclisma in arrivo. Lasciata così, all’interno del porticato a due livelli ancora con tutti gli addobbi, come spighe, piante ornamentali e corde.
E così l’hanno ritrovata gli archeologi che dal 2018 stanno indagando una lussuosa villa residenziale posta tra Pompei e il Vesuvio, in località Civita Giuliana. Una scoperta eccezionale, spiega il direttore del Parco archeologico di Pompei, Massimo Osanna (entro il 31 marzo lascerà la guida a Gabriel Zuchtriegel), un carro a quattro ruote in ferro, realizzato in faggio, con un cassone di 90 centimetri per un metro e 40, su cui era prevista la seduta, destinata a una o due matrone, con braccioli e schienali metallici. Il tutto riccamente decorato, con chiare allusioni al matrimonio, come crede l’archeologa Maria Luisa Catoni che ha esaminato le scene figurate: «Sono di tipo erotico, propendo per un collegamento con le nozze». Sui medaglioni in bronzo e stagno ecco chiari rimandi all’eros, con satiri e ninfe, mentre sulle borchie sono raffigurati amorini. Scene esplicite, come era solito presso i Romani. Ma la presenza delle spighe, le cui impronte sono state rilevate nel banco di cinerite che ha sepolto l’intera città nel 79 dopo Cristo, potrebbe indicare un utilizzo per cerimonie religiose. In ogni caso, un veicolo “al femminile”. Si può solo immaginare l’effetto che faceva quando, dal suburbio, il carro da parata faceva il suo ingresso nelle strade chiassose e brulicanti di Pompei. Quelle donne appartenevano a una famiglia importante, forse quella di un generale che viveva nella villa subito fuori le mura.
Nulla di paragonabile, insomma, al veicolo scoperto nella casa del Menandro a Pompei o ai due carri agricoli di Villa Arianna a Stabiae. Solo in una tomba in Tracia – ha spiegato Osanna – in Grecia, al confine con la Bulgaria, fu trovato un esemplare analogo ma senza le eccezionali decorazioni. Ora, gli elementi in ferro, le lamine e i medaglioni in bronzo e stagno, i resti lignei mineralizzati, le impronte degli elementi organici sono in corso di restauro nei laboratori del Parco archeologico. Si dovrà studiare una musealizzazione accanto ai calchi di due cavalli realizzati nel 2018 nella stalla che era vicina al cortile dove è stato ritrovato il carro, calchi che da poche settimane sono esposti nel rinnovato Antiquarium degli Scavi.
Ma le sorprese potrebbero non finire qui. Ne è convinto Osanna. Starà poi al suo successore Zuchtriegel proseguire le ricerche: i due tombaroli che hanno visitato la villa attraverso cunicoli, e che ora sono sotto processo davanti al Tribunale di Torre Annunziata dopo le indagini del procuratore Nunzio Fragliasso, avevano parlato di “una biga decorata in oro”. Quindi, c’è un secondo veicolo ancora da cercare.
Non a caso il carro da cerimonia era in una zona solo lambita dai tunnel clandestini. Quindi, quella “biga” potrebbe essere ancora sepolta, di qui la necessità di proseguire lo scavo. Non facile, dovendosi lavorare a sei metri sotto il livello stradale. Ma soprattutto non rinviabile perché i tombaroli sono sempre in agguato. I due sotto processo abitavano nel casolare a ridosso dell’area esplorata, e avevano realizzato una rete di 80 metri di cunicoli per saccheggiare il sito, secondo le indagini condotte dal Nucleo tutela patrimonio culturale e dai carabinieri di Torre Annunziata. Con ingresso direttamente da casa loro. Tanto che il ministro Dario Franceschini parla di «successo importantissimo nella lotta al traffico di opere d’arte, frutto della collaborazione con la Procura di Torre Annunziata e del lavoro dei carabinieri dei beni culturali». E annuncia che «proprio il tema del contrasto ai traffici di beni culturali sarà al centro del prossimo G20 cultura che si terrà a Roma».