la Repubblica, 28 febbraio 2021
De Gregori propone un un ministero del Divertimento
Francesco De Gregori interviene con un commento, che sarà pubblicato domani su Affari & Finanza, a un lungo articolo che illustra la drammatica situazione della musica dal vivo, che da un anno ha vissuto un blocco pressoché totale e poco sostegno pubblico. Il cantautore pone l’accento sulla situazione imposta dalla pandemia all’industria musicale e al suo indotto, che coinvolge migliaia di lavoratori.
Un’industria che non ha grandi contributi statali, al contrario di cinema e teatro, che vive di iniziativa privata, paga le tasse, e ha un’imposizione Iva del 22%, proponendo ironicamente la nascita di un «ministero del Divertimento» che finalmente se ne possa occupare.
Il problema resta quello delle riaperture di club e grandi spazi per i concerti, linfa vitale per tutto il settore, non solo per le grandi star ma anche per gli artisti più giovani o i generi musicali diversi dal pop: «Credo che dovremo scordarci per un po’ i grandi concerti come li abbiamo fatti e visti fino a un anno fa», ha detto Francesco De Gregori.
«È inimmaginabile per ora riempire uno stadio di pubblico, cosa che del resto vale anche per le partite di calcio. Mi auguro però che se la campagna di vaccinazione avrà successo e i contagi si ridurranno come si spera in maniera significativa, si possano questa estate organizzare (ovviamente distanziati, tracciati e tutti con la mascherina), concerti all’aperto nei grandi spazi portando la capienza massima a duemila persone. Al di sotto di questo numero di spettatori paganti sarebbe impossibile per la maggior parte di noi ripartire. E del resto non mi sembra ragionevole stabilire un tetto massimo di 400 persone esteso indiscriminatamente a tutti gli spazi indipendentemente dalla loro dimensione reale. Un conto è fare un concerto al Pantheon e un conto è farlo al Circo Massimo».