La Stampa, 28 febbraio 2021
Il paesino assediato dai lupi
Prima ostaggio del Covid. Adesso ostaggio dei lupi. È quello che sta capitando ad Arvier, paesino valdostano di 900 anime, a 760 metri di quota, all’imbocco della Valgrisenche. Per qualche ragione ancora sconosciuta, un branco di lupi ha eletto la zona a luogo ideale dove trascorrere qualche tempo in compagnia dell’uomo trotterellando sulle strade del paese, vicino alle case. Senza paura. Ma spingendo la gente a starsene in casa, a fare attenzione, a non uscire prima di aver controllato.Gli avvistamenti avvengono a qualsiasi ora del giorno e della notte. «Come se ormai il lupo non nutrisse alcun timore dell’uomo e del paese. Devo dire che all’inizio tutto mi sembrava interessante. Ma l’interessante è diventato preoccupante» dice Alexis Vallet, uno degli abitanti. «Nel paese ormai devi aver paura a girare con il cane e le probabilità che i bambini incontrino un lupo se decidono di giocare nel cortile sono parecchio alte». Denis Chiudinelli, un altro residente, sottolinea il fattore tempo: «Non è un passaggio, una situazione temporanea: dura da oltre un mese. Noi qui non lasciamo più i cani slegati, non lasciamo più i bambini giocare fuori ai margini dei boschi o anche solo vicino alla strada. Non si può più far finta di niente». Gli «incontri» con il predatore si susseguono, molte anche le fotografie e i filmati fatti dai cittadini dai balconi di casa o dall’auto. «Qualche giorno fa mia cognata andava alle vigne con un’amica e si sono trovate davanti una coppia di lupi. L’amica è svenuta. Qualche settimana fa un bambino è corso fuori da casa per recuperare il gatto e si è trovato di fronte un lupo» racconta Vallet. Continua: «Siamo circondati. La vita dell’intera comunità è totalmente influenzata da questa presenza. Bisogna trovare una soluzione: sedarli e spostarli? Non sta a noi decidere ma qualcuno deve farlo». Il predatore sta lasciando anche un altro segno: «Non si contano più i ritrovamenti di carcasse di animali selvatici nei dintorni del paese – racconta Vallet -. In Valle sono decenni che l’uomo attraverso un’attenta gestione della fauna selvatica è riuscito a ripopolare le foreste. Non ha senso buttar via questo lavoro». Dagli ultimi dati ufficiali forniti dall’assessorato gli esemplari di lupo in tutta la regione si attestano su 70-80, in aumento.Ad Arvier la popolazione parla di una quindicina: un branco e due coppie. I tecnici sono più cauti. «È un dato da verificare – dice Paolo Oreiller, direttore dell’Ufficio fauna -. Non sottovalutiamo nulla. Stiamo intensificando i monitoraggi per capire quanti sono e ricostruire i loro percorsi e le abitudini». Dopo di che, se i lupi non saranno già saliti in quota con l’arrivo della primavera, seguendo la loro preda preferita, i caprioli, la soluzione per allontanarli potrebbe arrivare da dissuasori, oppure sparando a salve o utilizzando petardi oppure ancora sparando loro dei proiettili di gomma. «Ci sono fototrappole di ultima generazione che al momento del passaggio dell’animale attivano una segnalazione in tempo reale collegata a un rumore forte o a un ululato che allontana il predatore» dice Riccardo Orusa, direttore del Centro di referenza nazionale per le malattie degli animali selvatici a Quart (costola dell’Istituto zooprofilattico sperimentale Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta) dove vengono fatte le analisi sui lupi ritrovati morti. Il sindaco di Arvier Mauro Lucianaz sottolinea che «il problema non può essere risolto dall’amministrazione comunale, bisogna che la Regione intervenga». I sopralluoghi ci sono stati. «I numeri del lupo ci dicono che non va più solo protetto, ma anche gestito. La sicurezza e la tranquillità dei cittadini sono una priorità» dice l’assessore regionale alle Risorse naturali Davide Sapinet, nel solco del disegno di legge regionale in via di approvazione che prevede che i lupi ritenuti pericolosi possano essere prelevati e in casi estremi abbattuti. —