la Repubblica, 25 febbraio 2021
Intervista a Depardieu che nega di essere uno stupratore
La realtà e la cronaca giudiziaria irrompono nella finzione letteraria.
Sul set parigino del nuovo film di Patrice Leconte ispirato al romanzo “Maigret et la jeune morte” di Simenon, Gérard Depardieu, per la prima volta nel ruolo del celebre commissario di polizia, appare imperturbabile. Nell’ufficio di Quai des Orfèvres ricostruito fedelmente dagli scenografi, regna la calma.
Eppure dentro di sé, ci confessa al telefono, prevale «un senso di tristezza e di sconcerto per una vicenda totalmente infondata e per il grande rumore mediatico sollevato da un’indagine che consideravo chiusa».
Dopo la notizia trapelata l’altro ieri della riapertura dell’inchiesta della procura di Parigi, ora in carica a un giudice istruttore, in cui è accusato di stupro e violenze sessuali da una ragazza ventenne (reati che avrebbe commesso nel 2018), l’attore si è calato ancora di più nel personaggio di Maigret e nei suoi silenzi. Ha affidato al suo legale, Hervé Témime, una nota per ribadire l’estraneità ai fatti contestati e il suo dolore per come informazioni e dossier giudiziario sono stati resi pubblici. Con Repubblica accetta di parlare in una pausa delle riprese.
Depardieu, come ha reagito alla notizia del riavvio delle indagini contro di lei?
«Per me le indagini erano chiuse, sono innocente e non ho nulla da temere. Per questo sono sempre stato molto sereno nella consapevolezza dell’infondatezza totale delle accuse. Ero comunque preparato e sapevo di questa eventualità che ora affronterò senza paura e con fiducia nella giustizia.
Non ci sono prove, non c’è nulla contro di me e dunque sono sinceramente tranquillo. Non posso far altro che respingere nel modo più netto, come già fatto di fronte agli inquirenti, tutte le accuse».
In tutto il mondo se ne sta parlando, di nuovo. Che cosa ne
pensa?
«Trovo terribile la mediatizzazione del caso. Questa è un’era dominata da un flusso di informazioni continuo e spietato che invade la rete. Con tutti questi canali in streaming, i nuovi mezzi di comunicazione, i siti internet, i social, è come se vivessimo con un auricolare che trasmette costantemente notizie negative e spesso false o tendenziose. Detesto tutto questo».
Quali passi farà adesso?
«Il mio avvocato è stato finora impeccabile. Continuo ad essere molto perplesso sulla decisione di riaprire l’indagine. Considerato che era stata chiusa per mancanza di prove. Il 10 marzo mi presenterò in tribunale e avrò modo di dichiarare di nuovo quello che ho già detto per testimoniare la mia innocenza. Mi affido alla giustizia».
Le accuse nei suoi confronti però sono molto pesanti.
«Preferisco evitare di parlare in questa sede della giovane attrice che me le ha rivolte. Ho scritto un libro cinque anni fa che si intitola “Innocent”. Dove ho raccontato di me. Sono uno che si fida della vita, degli altri, non sono un sospettoso, ma solitamente è proprio così che si prendono delle grandi mazzate sui denti. Non ci posso fare niente. Sono veramente tranquillo».
Che cosa prova il “suo” Maigret in questo momento?
«Maigret è un personaggio stupendo e io sono entrato in profondità nella sua solitudine e nella sua pace. Mi consolo tenendolo stretto e abbracciandolo forte dentro di me. Ho pensato per molto tempo a lui come a un uomo di polizia, invece è solo un uomo ed è straordinaria la sua umanità. Gli piace annusare la vita e ascoltare gli altri ma sa anche ritirarsi nella quiete, in questo territorio silenzioso e calmo dove non si sentono rumori e urla».