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 2021  febbraio 25 Giovedì calendario

I 91 punti di Cottarelli

«Bisogna far funzionar bene la macchina, la pubblica amministrazione richiede l’introduzione di obiettivi ben chiari, definiti». Carlo Cottarelli, ex commissario alla Spending Review, da ieri collaboratore del ministro Renato Brunetta, si presenterà a Palazzo Vidoni con un dossier di 91 punti. Sono gli «interventi mirati» che servirebbero a far cambiare passo allo Stato, messi in fila grazie «ai suggerimenti delle imprese che lottano ogni giorno con la complessità della normativa italiana». Una serie di proposte che il presidente dell’Osservatorio sui Conti Pubblici aveva già spedito alla ministra Fabiana Dadone, per combattere la burocrazia e migliorare il dialogo tra le aziende e gli uffici pubblici. Ora tocca a lui, parte di un team guidato da Marcella Panucci, ex Confindustria, che comprende una serie di tecnici di altissimo profilo: Carlo Altomonte, Alessandro Bacci, Giorgio De Rita, Bernardo Mattarella, Antonio Naddeo, Germania Panzironi, Raffaella Saporito e Andrea Tardiola.
«Ho sempre detto che occorre agire su due piani – spiega Cottarelli–. Oltre alla macchina, che richiede l’introduzione di obiettivi ben chiari e definiti, c’è il tema delle semplificazioni, bisognerebbe intervenire per rimuovere regole e norme. Temi semplici, ma da qualche parte bisogna iniziare». C’è da aggredire la giungla dei balzelli, delle microimposte che danno un gettito minimo – 685 milioni – ma complicano la vita di chi fa imprese. Resistono, per esempio, la tassa da versare all’Ente risi, quella sulla raccolta funghi e quella sulle emissioni sonore degli aerei. Vale lo stesso per l’edilizia: un’impresa al lavoro in un cantiere, ricorda il piano dell’Osservatorio, deve conservare ed essere in grado di mostrare sessantasei documenti cartacei. «Potrebbero essere trasformarti in file digitali» propone lo studio di Cottarelli, che ha tra i suoi obiettivi anche quello di fornire «maggiori certezze sulle tempistiche e un miglior coordinamento nella gestione e amministrazione delle procedure». Passaggi «essenziali per rendere efficiente l’operato del nostro tessuto imprenditoriale».
La battaglia ai «fannulloni» lanciata dieci anni fa da Brunetta, invece, non lo sfiorerà, «mi limiterò a dare consigli», spiega, ma sicuramente c’è già un’idea su uno degli snodi chiave: lo smart working, che nell’ultimo anno ha permesso di risparmiare oltre 50 milioni di euro. «Secondo me – dice Cottarelli – può funzionare, ma solo se c’è un sistema di valutazione della produzione». Tra i 91 punti, molti sono dedicati al sistema degli appalti e alle sue storture: invio sia cartaceo sia telematico degli stessi documenti a soggetti diversi, troppe stazioni appaltanti e «non sempre in grado di rispondere alle richieste». Vanno sfoltite, aggregandole, sostiene Cottarelli, circoscrivendo il ruolo del Cipe e «lasciando ai singoli ministeri il governo dell’attuazione dei programmi», e ridefinendo i compiti di vigilanza dell’Anac e del sistema dei Super Commissari, che andrebbe superato. Il documento elaborato da Cottarelli affronta anche la complessità del fisco, con una serie di proposte: il riordino delle aliquote Iva, la semplificazione del carico di comunicazioni richieste al mondo produttivo e gli adempimenti legati alla fatturazione elettronica. E poi, il mostro da affrontare: «L’incertezza e la mancanza di stabilità causata dal continuo cambiamento delle regole».
Sul tavolo di Brunetta arriverà anche un tema attualissimo. La proposta di «introdurre, nel caso di mancata definizione di decreti attuativi relativi a provvedimenti di semplificazione entro i termini stabiliti dalla legge, una penalizzazione automatica per i responsabili, fino al livello del Ministro responsabile». È un cambio di paradigma, che responsabilizza il privato. E passa dall’accesso «agli organi ispettivi al Cassetto Digitale dell’Imprenditore» e dalla cancellazione del vecchio libro paga: i dati relativi a compensi e contributi, in realtà, sono già nelle mani dell’Inps. —