il Fatto Quotidiano, 25 febbraio 2021
Sparito l’effetto Draghi
E niente, uno non si può distrarre un attimo e subito “l’effetto Draghi” sparisce. S’intende quello che il premier esercita con la sua sola presenza sul famigerato “spread”, il differenziale di rendimento dei titoli del debito pubblico di Italia e Germania. Ieri, per dire, è risalito sopra la soglia dei 100 punti che aveva abbandonato all’inizio di febbraio quando – raccontarono estasiati i giornali – grazie “all’effetto Draghi” era sceso di ben 7 punti (cioè al livello raggiunto prima della crisi politica innescata da Matteo Renzi). “L’effetto Draghi vale un risparmio di un miliardo di euro”, titolò in apertura il Sole 24 Ore. “Con Draghi può scendere fino a 50 punti”, ci spiegò il Corriere della Sera. Ora che il rendimento dei titoli decennali italiani è salito allo 0,7% immaginiamo che i giornali ci spiegheranno che l’effetto Draghi è un po’ come la bellezza di Oscar Wilde: è negli occhi di chi guarda. Noi, che siamo un po’ fissati, vorremmo invece che si torni a parlare dell’urgenza del Mes.