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 2021  febbraio 24 Mercoledì calendario

Il broker che ha truffato Antonio Conte

Milano Altro che «solo» i 24 milioni persi dall’allenatore dell’Inter Antonio Conte dopo averli affidati nel 2017 a Massimo Bochicchio, nel 2007-2010 ex banchiere della londinese Hsbc Bank e ora irreperibile tra Messico, Hong Kong e Dubai. Teste davanti ai pm, suo fratello Daniele Conte (che a seguito dell’investimento dei 24 milioni nel fondo offshore Kidman di Bochicchio era stato anche assunto da Bochicchio come gestore nell’altro suo fondo Tiber), stima che da «un centinaio di clienti» Bochicchio «ha ricevuto 300 milioni sul fondo Tiber e almeno altri 200 milioni sulla società Kidman», fatta passare con carte false per entità mascherata di Hsbc. E Bochicchio stesso, intercettato il 25 agosto 2020, confidava di essere «arrivato a gestire un investimento di ben 1 miliardo e 800 milioni».
Più ancora che essere trovato dai magistrati, dunque, Bochicchio teme di essere trovato da chi assedia sua moglie con telefonate vagamente minatorie: «Se lei gentilmente me lo vuol dare (l’indirizzo, ndr)… se no lo faccio cercare. Ma lei abita sempre in piazza» tal dei tali?, «e la mamma ha ancora un indirizzo sempre in via» tal’altra?
E pensare che, ascoltando le intercettazioni tra ex amici di Bochicchio – come quelle del presidente del Coni Giovanni Malagò con il vicepresidente di Sky Italia Marzio Perrelli (ex superiore di Bochicchio in banca Hsbc) o con Lupo Rattazzi – Malagò, oltre a tenere a smentire di aver regalato a Bochicchio una Maserati da 113.000 euro per sdebitarsi di asseriti redditizi investimenti, si meravigliava dei creduloni al 10% di interessi promessi dal finanziere, «che te li danno neanche i Casamonica che ti spaccano le gambe sotto casa..…»; e invece «io lo conosco da 40 anni e mi sta molto simpatico, ma non mi passa neanche per l’anticamera del cervello... non ho investito un euro con lui».
Due categorie lo hanno fatto. Ci sono quelli che sembrano avergli affidato leciti guadagni, come Conte, l’ex allenatore della nazionale Marcello Lippi e suo figlio Davide, i calciatori El Shaarawy e Evra, il designer Achille Salvagni o l’ambasciatore in Gran Bretagna, Raffaele Trombetta; che in molti casi hanno perso i soldi; e che o gli hanno fatto causa a Londra, dove i giudici nel 2020 hanno congelato 33 milioni a Bochicchio, o sono parti lese delle sue truffe e appropriazioni indebite, indagate a Roma dai pm Rocco Sabelli e Alessandro Di Taranto.
E ci sono quelli che invece non possono fare causa a Bochicchio perché, come ironizzava intercettato il 28 luglio 2020, «c’hanno un tallone d’Achille»: gli hanno affidato capitali esteri nascosti al Fisco. Come i sei clienti (tra cui Paolo Barberini, imputato a Latina per bancarotta nel 2012 del gruppo alimentare Midal) di cui Bochicchio avrebbe riciclato 10,9 milioni: sequestrati ieri dal gip milanese Chiara Valori a Bochicchio sotto forma di sigilli alle case di Cortina e Roma, e a opere d’arte come un vaso di Picasso o quadri di Balla e Schifano.