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 2021  febbraio 24 Mercoledì calendario

La guerra del carbone all’interno della Ue


La protesta ambientalista diventa di Stato. Eravamo abituati ai picchetti degli ecologisti e delle ong, stavolta è uno Stato che fa causa a un altro Stato per rischio ambientale causato da una fonte di energia fossile. Mettiamo i soggetti alla storia: la Repubblica Ceca ha deciso di trascinare davanti alla Corte di Giustizia dell’Ue la Polonia per presunte violazioni delle norme europee sulla valutazione di impatto ambientale legate all’espansione della miniera di lignite di Turów vicino ai confini ceco e tedesco.
Il ministro degli Esteri ceco Tomáš Petrícek, riporta Reuters, ha dichiarato che l’attività mineraria a Turów ha avuto un impatto negativo su decine di migliaia di persone che vivono nelle zone di confine e che i negoziati bilaterali tra governo ceco e polacco non hanno dato risultati. Praga chiederà alla corte di interrompere l’attività mineraria finché la causa sarà in corso. Varsavia ha autorizzato il gruppo statale PGE ad estendere le operazioni nella sua miniera a cielo aperto fino al 2026 per garantire capacità di alimentazione di un impianto locale, che era «indispensabile» per la trasformazione energetica del Paese. Il via libera è stato dato dal ministero del Clima polacco il 20 marzo di un anno fa in conformità con la legge geologica polacca. Repubblica Ceca e Polonia non sono le punte più avanzate della transizione green in Europa. Praga dipende per il 40% dalla lignite per la produzione di energia elettrica e ha in programma di abbandonare il carbone tra il 2033 e il 2028. L’elettricità di Varsavia è prodotta per tre quarti con il carbone e il phase out è previsto entro il 2049, esattamente un anno prima dell’obiettivo temporale che si è data la Ue per raggiungere la neutralità climatica.
Il contenzioso tra i due Paesi ha coinvolto la Commissione europea, precondizione per poter poi adire alla Corte di Giustizia dell’Ue. Il caso è stato sottoposto a Bruxelles il 30 settembre scorso. La Repubblica Ceca ha accusato la Polonia di avere violato il diritto dell’Ue nell’ambito del procedimento per estendere la concessione mineraria a Turów. A dicembre la Commissione ha riconosciuto, in un parere motivato, che Varsavia ha commesso alcune violazioni sollevate da Praga nella sua denuncia, ma non tutte: le autorità polacche non hanno applicato correttamente le disposizioni della direttiva sulla valutazione dell’impatto sull’ambiente, sull’accesso alle informazioni e sull’accesso alla giustizia. Ora toccherà alla Corte esprimersi.