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 2021  febbraio 24 Mercoledì calendario

Periscopio

Draghi è un uomo intelligente, e in Europa conduce le mie stesse battaglie. Ma mi sarei aspettata di più. Luciana Castellina (Concetto Vecchio), la Repubblica.
Un paio di volte mi sono sognato in campo con un mestolo in mano: un’angoscia! Tu pensa la testa... Adriano Panatta, tennista. (Gaia Piccardi), Corsera.

«Il mio marito sono io» rispondeva la Nobel Rita Levi Montalcini. Concita De Gregorio, la Repubblica.

Obama rappresenta una Nazione che ammiro. Putin è un genio della politica che sa ottenere l’appoggio del suo popolo e fare gli interessi del suo Paese. Jas Gawronski, giornalista (Giancarlo Perna). Libero.

Quanto a Berlusconi, chi ricordasse non dico lo spirito di rivolta civile dopo la sua vittoria del ’94, ma le feste con insulti, champagne e gesto dell’ombrello dopo le sue dimissioni da Palazzo Chigi nel novembre 2011, stenterebbe a raccapezzarsi. Aldo Cazzullo. Corsera.

Ora che il Parlamento italiano è anestetizzato, la partita di Draghi si gioca tutta in trasferta. Vaccini e miliardi del Recovery Fund devono essere portati a casa e, per vincere, dovrebbe trarre ispirazione da Carlo Azeglio Ciampi, ovvero puntare tutto sull’Europa e sul suo azionista di maggioranza: la Germania. Il tempismo sarebbe perfetto: con l’uscita di scena di Angela Merkel il prossimo settembre e di Emmanuel Macron nella primavera del 2022, Draghi ha tutte le carte in regola per diventare il premier europeo più influente. Luigi Bisignani. Il Tempo.

La nutrita lista dei futuri epurati pentastellati conferma una eterogeneità che ha reso di difficile comprensione l’identità stessa del M5S. Accanto a deputati che vogliono porsi a sinistra della sinistra sognando un M5S in versione Terza Internazionale, ce ne sono altri nostalgici dell’alleanza con la Lega del vecchio Matteo Salvini, per tacere di personaggi che invece veicolano ambigue teorie cospirazioniste e della consueta pattuglia dei contrari ai vaccini. Per ognuno di loro, Beppe Grillo ha avuto in passato parole di conforto. Gli ha aperto la casa. Salvo poi cacciarli quando, in fondo, non facevano altro che riaffermare fedeltà a sé stessi e al M5S che fu. Marco Imarisio. Corsera.

Nella elezione del presidente della Repubblica, i nomi, cioè le persone, fanno la differenza. Ad esempio Pierferdinando Casini è un senatore del centrosinistra, ma sono sicuro che avrebbe un’ampiezza di consensi maggiore della sua parte. Ernesto Galli della Loggia, storico (Maurizio Caversan), la Verità.

La nuova ministra della Giustizia Marta Cartabia, che di penale sa poco ma di civile sa tutto, potrebbe essere la carta vincente per l’attuazione del Ricovery Plan sciogliendo giuridicamente i numerosi lacci che si frappongono all’inizio di un’opera. Se si dimostrerà all’altezza della fama potrebbe esserci una bella staffetta a Palazzo Chigi, con Draghi in volata verso il Quirinale. A meno che, per lasciarlo lavorare. non si segua, nel nome delle mille emergenze, il «metodo Napolitano» con una breve proroga di Mattarella. Luigi Bisignani. Il Tempo.

Anche Draghi, annunciato da tanti come il salvatore, dovrà confrontarsi con questi calcoli prima di quando se lo potrebbe augurare. Si vota al più tardi nel 2023, ma tanti scommettono già sulla primavera del 2022. Guardando queste date, i capi dei partiti della ampia coalizione cercano di profilarsi. Sulla frangia di destra e sinistra, la destra nazionale ed un’ala del Movimento 5 Stelle rimangano nell’opposizione. Vogliono raccogliere gli scontenti e diventano così concorrenti sgraditi dei partiti nella coalizione. Tobias Piller, Frankfurter Allgemeine Zeitung.

Casalino confessò a una Iena, su Italia 1: «Hai mai provato a portarti a letto un rumeno? Se gli fai dieci docce, continua ad avere un odore agrodolce». «Ragazzi», spiegò poi Rocco, «ma è chiaro, stavo recitando». Sparita, invece, la pagina LinkedIn in cui vantava un master in business administration conseguito all’università di Shenandoah, in Virginia («Mai avuto uno studente con il cognome Casalino», comunicarono dagli Usa). Senza master, ma con un talento naturale per lo spettacolo. Fabrizio Roncone, Corsera.

Il compito delle forze politiche di destra è far maturare la propria base elettorale tradizionale per allargarla e arrivare a essere maggioranza. Ma perché questo accada devono maturare anche i suoi stessi dirigenti, che invece sembrano votati a restare minoranza. Ernesto Galli della Loggia, storico (Maurizio Caversan), la Verità.

Grillo ha un piano. Ha ripreso in mano il Movimento, e del resto è l’unico che poteva farlo. Il Movimento è morto, un’armata Brancaleone incapace di andare da qualche parte e lui ha capito che l’unica strada possibile per dare senso a una storia politica che non ne avrebbe più è l’ecologia, la green economy. Agganciandosi al treno europeo dei Verdi. E riqualificandosi anche in vista delle prossime elezioni, dove potrebbe avere un suo consenso, un 10-12%, con il quale condizionare la formazione di una nuova maggioranza, di destra o di sinistra non importa. Paolo Becchi, filosofo (Alessandra Ricciardi). ItaliaOggi.

Per me che nel mondo mi trovo bene, le giovinezze non finiscono mai: da oltre 50 anni mi godo ogni giorno in redazione, che sono sempre diversi, e maledico ogni giorno in cui devo fare altro. Vittorio Feltri. Libero.

Sulla rastrelliera alle sue spalle tiene allineati 15 fucili. «Servono per sparare in alto e spaventare gli orsi bianchi. Non pratico la caccia. Anche se un animale 15 anni fa venne sacrificato al posto mio». Era il cane guida dei miei 11 groenlandesi da slitta, razza incredibile, dotata di un sesto senso. Io, ricoverato all’ospedale di Bolzano, stavo per morire. Miki prese a latrare in un modo mai udito prima. Gli ìnuit parlarono con lui. E conclusero che la sua vita equivaleva alla mia vita. Lo uccisero. Guarii in quel preciso istante». Robert Peroni, che dal 1981 vive in Groenlandia (Stefano Lorenzetto). Corsera.

Lo stile nel cinema a livello dei grandi autori è la riconoscibilità. Per cui non puoi confondere un film di Hitchcock con uno di John Ford; o Kurosawa con Fellini. Gian Piero Brunetta, critico cinematografico (Antonio Gnoli), la Repubblica.

Rientrato in patria dall’Italia, Hemingway venne acclamato come un eroe di guerra. Era partito un ragazzo, ora tornava un uomo, con ferite non solo nella carne. Quella ferita fece da catalizzatore: la sua carriera di scrittore inizia probabilmente con quel proiettile nel ginocchio. Tutto molto hemingwayano. Maurizio Pilotti. Libertà.

Ho un solo rimorso: non avere commesso quei peccati di cui mi sarei pentito. Roberto Gervaso.