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 2021  febbraio 23 Martedì calendario

La corsa allo Strega

Sempre più affollata la rosa dei candidati al Premio Strega, giunta per ora a 35 nomi con le altre 10 nuove proposte rese note ieri sul sito del riconoscimento.
Ecco i nuovi candidati: Andrea Bajani con Il libro delle case (Feltrinelli), proposto da Concita De Gregorio («Una lingua che – si legge nelle motivazioni – da parole antiche sprigiona significati inauditi e correndo, lentamente, viaggia nella memoria»); Edith Bruck con Il pane perduto (La nave di Teseo) presentato da Furio Colombo («Unisce in un’unica grande opera ciò che l’autrice ha visto, vissuto, pensato e scritto»); Giovanni Catelli con Parigi, e un padre (Inschibboleth) candidato da Maurizio Cucchi («Un libro di narrativa, ma composto secondo una modalità particolare e raffinata»); Donatella Di Pietrantonio con Borgo Sud (Einaudi) presentato da Nadia Fusini («Sa trovare la parola esatta per dire i sentimenti, grazie a una scrittura scabra ma densissima»).
Si prosegue con Andrea Frediani con I Lupi di Roma (Newton Compton) presentato da Massimo Lugli («Un’opera tanto precisa nelle ricostruzioni d’epoca quanto avvincente nella trama»); Fabio Guarnaccia con Mentre tutto cambia (Manni), proposto da Antonio Pascale («Uno scrittore capace di raccontare una storia con mano delicata»); Giulio Mozzi con Le ripetizioni (Marsilio) candidato da Pietro Gibellini («Riesce a coinvolgere e a parlare di noi, senza che l’autore passi attraverso la cronaca»). Chiudono l’elenco Carmen Pellegrino con La felicità degli altri (La nave di Teseo) proposto da Alessandra Tedesco («Ha avuto la sapienza di agire per sottrazione dando vita a una storia in cui i “non detti” pesano più degli eventi narrati»); Stefano Redaelli con Beati gli inquieti (Neo edizioni) candidato da Roberto Barbolini («La florida polifonia della costruzione narrativa dà voce alle fantasie, alle paranoie e ai sogni dei cosiddetti “matti”»); Alice Urciuolo con Adorazione (66thand2nd) presentato da Daniele Mencarelli («Capace di utilizzare le diverse lingue e forme narrative del nostro squilibrato presente»).
Le reazioni
Bajani: «È un modo per tenere vivi i libri». Mozzi: «Bello che il premio abbia ripreso quota»
«Sono contento per la candidatura – commenta Andrea Bajani, da Houston, in Texas, dove insegna Scrittura creativa alla Rice University; è candidato con Il libro delle case — perché è un modo per tenere vivi i libri. E poi è un segno della fiducia dell’editore». Il suo libro parla di un «Io» raccontato attraverso le case che ha vissuto, prosegue Bajani: «Noi siamo abituati a fare finta di essere sempre la stessa persona, ma in realtà siamo quello che di volta in volta siamo stati: non c’è possibilità di ricostruire questo puzzle. L’unico testimone di “chi” siamo sono le case, dove sono stoccate tutte queste tessere. “Io” è sempre una fiction». E casa, in quest’anno di pandemia, è diventato un luogo anche più centrale, chiude Bajani: «A questo romanzo ho lavorato per tanti anni in cui le case esistevano nella normale dialettica tra il dentro e il fuori. Ma il libro è giunto in un momento in cui il fuori, per la pandemia, è divenuto il luogo della minaccia».
Soddisfatto della candidatura anche Giulio Mozzi, con il suo primo romanzo Le ripetizioni dopo numerose raccolte di racconti (nel 1996 è stato in cinquina con La felicità terrena, Laurana): «È strano passare da esordiente dopo una ventina di libri. La candidatura mi fa piacere e mi fa piacere che venga da una personalità eminente come Pietro Gibellini. Spero di avere scritto un romanzo formalmente piuttosto ricco ma con una sua leggibilità, in modo che il lettore arrivi filato dalla prima all’ultima pagina, anche se i meccanismi di tensione non sono quelli del romanzo d’avventura». Anche il protagonista di Mozzi ha a che fare con molte versioni della realtà. Sono tanti i libri dalla spiccata connotazione letteraria allo Strega, nota Mozzi: «Mi sembra che negli ultimi anni lo Strega abbia ripreso quota grazie al lavoro di chi lo ha gestito e presieduto, e ne sono grato prima di tutto come lettore: ed è bello anche che ci sia spazio nelle case editrici per una letteratura che intrattiene, ma fa anche altro».
Tra i candidati resi noti nelle scorse settimane, anche Andrea Barzini (Il fratello minore, Solferino), Paolo Di Stefano (Noi, Bompiani), Antonella Lattanzi (Questo giorno che incombe, HarperCollins), Marilù Oliva (Biancaneve nel Novecento, Solferino), Aurelio Picca (Il più grande criminale di Roma è stato amico mio, Bompiani), e il primo a rendere nota la propria candidatura nel 2021, Emanuele Trevi (Due vite, Neri Pozza).