Corriere della Sera, 22 febbraio 2021
Lorenzo Borrè, l’avvocato degli espulsi dal Movimento
«Alessandro Di Battista ora consiglia di fare ricorso. Anni fa sosteneva che i ricorsi erano gli strumenti degli azzeccagarbugli per distruggere il Movimento». Lorenzo Borrè la sua firma in calce a quelle istanze ce la metteva ieri come oggi. Romano, figlio di madre tedesca e padre italiano, avvocato civilista con la passione per la montagna (ha scalato anche la vetta dell’Huayna Potosì in Bolivia, oltre 6 mila metri), ha già assistito una settantina di esponenti pentastellati, da semplici consiglieri comunali a parlamentari, in controversie relative a provvedimenti (in prevalenza, misure disciplinari) adottati dai vertici del M5S.
Ed è proprio a lui che si è rivolto Nicola Morra (e altri quattro parlamentari) dopo l’espulsione dal gruppo 5 Stelle del Senato decretato per il suo voto contro la fiducia al governo Draghi. Ma è solo l’avanguardia, perché altri si affideranno alla sua consumata esperienza in materia di contestazione alle norme dello statuto della creatura di Beppe Grillo. Vissuto come nemico, Borrè è stato un attivista del Movimento, tra il 2012 e il 2016. «Da professionista mi ero messo a disposizione. Credevo nelle battaglie e nelle parole d’ordine. Ma ho capito presto che le mie speranze erano mal riposte» spiega il legale. «Non è mai stato vero che uno vale uno. C’ è sempre stato un gruppo ristretto di persone che decide tutto».
Borrè ha vinto diverse cause (per i consiglieri comunali di Roma Mario Canino e Cristiana Gracio, per esempio) e ha assistito il senatore Gregorio De Falco quando fu espulso. Un utile precedente, visto quel che è successo nei giorni scorsi. «Le sezioni unite della Cassazione hanno stabilito che la magistratura ordinaria non è competente. Deve pronunciarsi quella interna del Senato, la cosiddetta Commissione contenziosa (al momento il ricorso è ancora pendente)». L’avvocato chiarisce che ci si muove su un terreno inedito. «L’espulsione dai gruppi parlamentari non è disciplinata. Stiamo valutando se impugnare il provvedimento con cui i presidenti delle Camere disporranno il passaggio di deputati e senatori al gruppo Misto».
L’espulsio-ne dai gruppi parlamenta-ri non è disciplinata Valutiamo se impu-gnare il passaggio di deputati e senatori al gruppo Misto
Se queste sono le avvisaglie, nelle prossime settimane anche Roberto Fico e Elisabetta Casellati rischiano di dover mettere le mani su una materia che rischia di diventare incandescente perché viene messa in discussione la composizione dei gruppi parlamentari.
Borrè è molto severo nei confronti del Movimento 5 Stelle. Ne parla come un amante deluso. «Mi sembrano zombie che camminano, per fare il verso a Beppe Grillo» dice. «Ormai è un Movimento senza identità che ripete parole d’ordine che si sono rivelate prive di significato». Per lui la rottura «sentimentale» si è consumata nel 2014, quando fu rottamato lo statuto che aveva regolato la vita del M5S dalla sua nascita nel 2009. «Fu promulgato un regolamento via blog – sostiene Borrè – che introduceva la discrezionalità assoluta nei provvedimenti disciplinari. Lì per me è iniziato il declino». Secondo il legale degli espulsi le 5 Stelle stanno piano piano tramontando. «Faccio una semplice, amara constatazione: il 95 per cento delle persone che si erano avvicinate con me al M5S se ne sono andate. Che futuro volete che ci possa essere?».