la Repubblica, 22 febbraio 2021
Tripoli torna in mano alle milizie
La nebbia e il caos della guerra civile di Libia tornano a salire ad un livello di guardia assai pericoloso. Ieri il giallo di un possibile attentato al ministro dell’Interno Fathi Bashagha ha creato le condizioni per nuove scene di guerra civile a Tripoli. Il corteo blindato del potente ministro dell’Interno, originario di Misurata, a metà giornata si muoveva nella zona di Janzur, alla periferia ovest della città. All’improvviso avrebbe trovato sulla sua strada una Toyota Hilux con 4 miliziani a bordo dipendenti della nuova “Unità di stabilità” costituita a Tripoli dal governo del presidente Serraj. È un gruppo militare vicino allo stesso presidente, piuttosto che al ministro dell’Interno. Nelle immagini di una telecamera di sorveglianza si vede un’auto che rimbalza investita da un blindato, probabilmente la Toyota. Più tardi i comunicati del ministero degli Interni dicono che da quella auto avevano iniziato a sparare sul convoglio di Bashagha, e che uno degli assalitori è stato ucciso. Una fonte del ministero dell’Interno vicina a Bashagha ha definito quello che è successo «un attentato fallito al ministro dell’Interno, con i nostri uomini che hanno ucciso uno degli assalitori e ne hanno arrestati altri due». E sulla scorta di questa informazione sia il rappresentante della Ue a Tripoli, lo spagnolo Josè Antonio Sabadell, che l’ambasciatore americano Richard Norland hanno condannato l’attacco. L’americano un particolare ha lodato il ministro, che in questi anni ha combattuto al fianco della Cia e dei servizi di intelligence occidentali la penetrazione dell’Isis e di Al Qaeda in Libia. Norland scrive in un tweet da Tunisi che «l’attenzione del ministro Bashagha nel porre fine all’influenza delle milizie criminali ha il nostro pieno sostegno».
Per alcune ore si è temuto che a Tripoli potesse esplodere una nuova battaglia fra le milizie fedeli a Bashagha e quelle raggruppate attorno al presidente Serraj. Da Zawiya nelle prime ore del pomeriggio sono arrivate a Tripoli alcune decine di blindati e “tecniche” con mitragliatrici pesanti montate sui cassoni. E nella notte decine di auto con centinaia di miliziani fedeli a Bashagha hanno invaso la piazza dei Martiri al centro di Tripoli, una dimostrazione di forza agli avversari interni in quella che era la coalizione militare che ha fermato l’avanzata su Tripoli del generale Haftar.
Nel pomeriggio la Stability Support Agency (la formazione ostile a Bashagha) aveva diffuso un comunicato sostenendo che suoi uomini erano «stati esposti a un incidente sulla strada costiera di Janzur», accusando il ministero dell’Interno di cattivo coordinamento e negando «ogni tentativo di assassinare il ministro». Qualunque sia l’esatta ricostruzione, una cosa verrà confermata: la tensione in questa fase della transizione libica (con un nuovo presidente e un primo ministro provvisorio) è talmente alta da coinvolgere direttamente le milizie militari fedeli a uno o all’altro dei leader della Tripolitania. Dopo i mesi dell’alleanza contro il generale Khalifa Haftar, adesso le forze di Tripoli, Misurata e di tutte le città della Tripolitania si stanno dividendo.