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 2021  febbraio 21 Domenica calendario

QQAN66YSESSO Il sesso dei millennials tra web e fedeltà

QQAN66YSESSO

Sono così varie e misteriose e mutevoli, le sessualità, che darsi il compito di raccontarle coi numeri, di trasformare corpi e desideri in statistica, fa pensare a una missione impossibile. Uno dei miei censimenti preferiti sulla sessualità, infatti, non ha numeri, ma facce e dialetti. Si intitola  Comizi d’amore ed è un documentario di Pier Paolo Pasolini che nel 1964 percorse da nord a sud la penisola interrogando italiani e italiane di ogni classe ed età su argomenti in quegli anni tabù. Rivederlo è un’esperienza antropologica straordinaria. «Non si può apprezzare il documento», scrive Michel Foucault, «se ci si interessa più a ciò che viene detto rispetto al mistero che non viene pronunciato». Al mistero la ricerca empirica contrappone i numeri: se condotta con metodo, è giusto così. La mappa ricavata dal ricercatore non corrisponde al territorio, ma ci aiuta a percorrerlo. 
A metà del secolo scorso il Rapporto Kinsey raccontò al mondo piaceri e segreti degli americani e delle americane. Un grande psicologo del Novecento, Abraham Maslow, criticò il Rapporto perché fondato sul reclutamento volontario. Obiezione condivisibile, come condivisibile è la controbiezione per cui certi soggetti li raggiungi solo se si lasciano raggiungere. Se poi c’è di mezzo la sessualità, molti stanno alla larga da questionari e interviste. Ricordo che nel 2004 inviai un questionario a tutti gli psicoanalisti italiani per una ricerca sul loro atteggiamento nei confronti dell’omosessualità. Rispose poco più del 30%. Come la pensava quel 70% silenzioso? 
Oggi, con il reclutamento online, i soggetti sono raggiunti più capillarmente e con maggior garanzia di anonimato, ma anche queste survey presentano parecchi limiti. Tanto è vero che, per la loro ricerca sulla sessualità dei millennials, Gianpiero Dalla Zuanna e Daniele Vignoli, docenti di demografia alle Università rispettivamente di Padova e di Firenze, hanno preferito far compilare un questionario durante l’ora di lezione. Il campione sono 8000 studenti (28 università italiane) dei primi due anni di Economia e statistica. Da qui il volume Piacere e fedeltà. Volendo fare gli spiritosi, anche pensando alla testata su cui scrivo, verrebbe da chiedersi se la sessualità degli economisti presenta caratteristiche sconosciute per esempio agli archeologi e viceversa. E anche se l’ora di lezione è il momento in cui i futuri economisti sono più disposti a rispondere a domande sulla masturbazione. Riguardo al primo punto sono gli autori stessi a segnalarci che gli studenti di economia e statistica hanno una vita sessuale meno intensa rispetto alla media dei loro coetanei. Carta canta. La ricerca in questione si chiama Selfy (Sexual and Emotional Life of Youths) e replica un’indagine del 2000 intitolata Sis (Sexuality of Italian Students) in cui 5000 studenti, sempre di Economia e statistica, erano stati intervistati con lo stesso questionario. La totale sovrapponibilità tra Selfy e Sis è un evidente punto di forza di questa ricerca perché consente comparazioni precise sui giovani intervistati a distanza di quasi vent’anni. Anche se il sottotitolo I millennials italiani e il sesso sembra una forzatura (sono sufficienti 8000 studenti universitari per rappresentare i millennials italiani?), il volume, agile e organizzato in sette capitoli, ci porta a riflettere, su base empirica, attorno a vari temi: tempi e modi della convivenza, matrimonio, prima genitorialità; web e sessualità; esperienze precoci, sessualità di coppia, tradimenti e dinamiche di genere; intensità della vita sessuale, masturbazione, pornografia, sesso occasionale; comportamenti a rischio, verginità, doppio standard di genere, background migratorio, violenza e costrizioni sessuali; influenza della religione sui comportamenti sessuali; omosessualità. 
L’obiettivo di tutto questo lavoro è capire se e come sono cambiati gli atteggiamenti, i pensieri e i comportamenti relativi alle sessualità dei giovani studenti italiani nei primi due decenni del XXI secolo. Difficile tracciare conclusioni univoche, che gli autori in parte riassumono nell’abbinamento, solo apparentemente ossimorico, dei due termini che danno il titolo al libro: «piacere e fedeltà». Sembra infatti che la sessualità di chi ha vent’anni oggi, rispetto a chi li aveva nei primi anni del Duemila, abbia un ruolo più importante nelle relazioni di coppia. Le persone in coppia si dicono molto più appagate sessualmente, la fedeltà è praticata e considerata un valore importante, i giovani dichiarano di volersi sposare e di essere propensi ad avere figli. Eppure pornografia e autoerotismo sono più diffusi che in passato, e il  web diventa protagonista di molte dinamiche sessuali. Altri dati interessanti mostrano come l’influenza della religione sulla sfera intima sia sempre più scarsa e omosessualità e bisessualità, nelle loro varie forme, escano sempre più allo scoperto. Navigare tra le tabelle e i commenti di questa ricerca permette di osservare da vicino, facendosi molte domande, alcuni paesaggi psicologici e sociali in cui si muovono i cosiddett i emerging adults. Una rondine non fa primavera, ma i numeri sono utili per dare una forma a territori non facilmente mappabili.