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 2021  febbraio 21 Domenica calendario

L’impeachment prima e dopo Trump

L’impeachment, di cui si è molto parlato per l’incriminazione di Donald Trump, è un antico istituto delle Isole Britanniche. Sin dai primi Consigli del re, in epoca medioevale, questo istituto permetteva di tradurre in giudizio i maggiori esponenti del potere esecutivo o persino un sovrano, come accadde nel caso di Carlo I° Stuart quando, durante la guerra civile, fu accusato di alto tradimento, condannato a morte e il 30 gennaio 1649 decapitato nel grande viale londinese che costeggia il palazzo di Whitehall.
L’istituto attraversò l’Atlantico, fu adottato nelle colonie britanniche delle Americhe e fu inserito in due sezioni della Costituzione degli Stati Uniti, approvata nel 1787 e ratificata nel 1788. La prima delle sezioni attribuisce la formulazione dell’atto di accusa alla Camera dei rappresentanti e la seconda conferisce al Senato la responsabilità del processo. Lo scopo, allora come oggi, era quello di rendere accusa e condanna, per quanto possibile, atti strettamente giudiziari, privi di qualsiasi contaminazione politica. Soprattutto se l’imputato era il capo dello Stato, occorreva evitare che la condanna venisse interpretata come la vittoria di una corrente politica sul resto del Paese, con tutte le conseguenze che il processo avrebbe avuto per la compattezza della nazione. Quando nel gennaio del 1798 giunse nelle Americhe la notizia che il re e la regina di Francia (Luigi XVI e Maria Antonietta d’Austria) erano stati teatralmente ghigliottinati a Parigi nella piazza della rivoluzione (ora piazza della Concordia) dopo chiassose sedute del Parlamento di Parigi, gli americani dovettero compiacersi di avere una legge che nelle stesse circostanze avrebbe evitato una rottura della società nazionale e, nel peggiore dei casi, una guerra civile. 
Negli Stati Uniti dei nostri tempi non vi sarà sperabilmente una guerra civile, ma la rottura non è stata evitata. I rappresentanti del Partito Democratico si sono dichiarati sin dall’inizio favorevoli all’atto d’accusa e il loro leader (Nancy Pelosi, Presidente della Camera dei rappresentanti) ha pubblicamente denunciato l’esortazione di Trump alla violenza, quando ha invitato i suoi partigiani a scalare armati la collina del Congresso. Ma soltanto sette senatori del Partito repubblicano hanno votato a favore dell’accusa e il loro partito ha così impedito che la votazione raggiungesse la soglia dei voti necessari alla condanna. Chi ha votato contro l’impeachment si è spesso giustificato sostenendo che occorreva impedire una guerra civile, ma molto più probabilmente voleva evitare una macchia sulla immagine del partito. Ancora una volta le considerazioni politiche hanno prevalso sul rispetto della giustizia, e in questo caso hanno permesso a Trump di essere, almeno per gli archivi del Senato, innocente.