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 2021  febbraio 21 Domenica calendario

Biografia di Luca Marini

Estate 1997, ultimo giorno di agosto. Sulla pista di Brno, poco più di 5 chilometri di asfalto inondati da sole e caldo fra i boschi della Moravia, va in scena l’atto iniziale di un’epopea. Anche se nessuno lo sa ancora. Un ragazzo alto e dinoccolato festeggia il suo primo titolo mondiale a cavallo di una moto, sulle spalle un enorme numero uno di gommapiuma gialla e la scritta "vord cenpion" in inglese romagnolo. Quello stesso ragazzo, il giorno dopo, è a Tavullia, coppa in mano, a trovare la mamma rimasta a casa. Non da sola: era appena nato il fratello del campione. «La prima immagine che ho di Luca è questa: aveva tre settimane ed era in braccio a me dopo avere vinto il titolo», racconta oggi con tenerezza Valentino Rossi, dopo anni, chilometri e successi. Luca di cognome fa Marini, è figlio di Massimo, psicologo di Roma, compagno di Stefania Palma, dopo che la sua storia con Graziano era finita. Cognome a parte, è il fratello di Valentino e lo sarà sempre, nel bene e nel male.
Vista la parentela, finire per lui su una moto sembra essere un obbligo se non un destino, ma il Dottore, impegnato a conquistare il mondo sul filo dei 300 all’ora, c’entra poco. Più che il sangue è la curiosità a spingere Luca a chiedere a mamma e papà di mettergli casco e tuta. Tavullia è nelle Marche, ma la Romagna è solo un confine tracciato sulle cartine e il rumore dei motori si sente chiaramente. Da quelle parti i bambini hanno congenito il vizio della velocità e anche Luca vuole provare a vedere che cosa succede tra i cordoli. A 4 anni dal triciclo alla minimoto, come vuole il curriculum del perfetto pilota. «Passavamo in macchina vicino a una pista e dopo un po’ ho chiesto mamma e babbo di portarmi», desiderio esaudito, il gioco è iniziato. Forse Stefania e Massimo pensano che sarebbe finito presto, ma il capriccio è in verità una passione, forse ereditaria e, se è così, da parte di mamma. Anche perché il bambino ci sa fare, vince ma soprattutto si diverte, non dà troppo peso alle corse, l’ombra del fratello non è ingombrante, anzi non lo tocca neppure.
«Quando ero piccolo non avevo la percezione di Vale che avevano tutti gli altri. Era semplicemente mio fratello». Non un fratello normale però. I tifosi andavano a bussare alla porta di casa, si attaccavano al citofono, piantonavano l’ingresso. «Una volta ero a casa da solo con i miei amici, una persona è arrivata a chiedere di Valentino. Gli ho detto che non c’era ed è rimasto in strada per 2 o 3 ore», raccontava quando nemmeno era adolescente. Viene visto come fratello d’arte, ma lui continua per la propria strada. Passano gli anni e le moto crescono, i campionati regionali diventano nazionali, poi europei e allora sì che c’è da prendere una decisione. Fare il pilota: «Perché è quello che mi piace, altrimenti avrei fatto il calciatore. O continuato a studiare». Tifoso della Roma, e quindi di Francesco Totti con cui scambiò il casco per una maglia, Luca ci sa fare anche palla al piede. «Giocavo centrale, regista: pochi gol e tanti assist. Anche belli», sottolinea. Pure fra i banchi di scuola non se la cava male e la maturità scientifica la prese dividendosi tra le piste del motomondiale e gli esami. Comunque sia, il calcio rimane una passione (e il numero di gara, il 10, lo dimostra, meglio ancora che sia anche il giorno di nascita) ma per i figli di Stefania la vita è in moto e Luca non fa eccezione.
Cresce e diventa pilota e Valentino diventa parte integrante della sua vita. Mentore, fratello, maestro, perché al Dottore viene in mente di creare una scuola per piloti. È il 2014, il primo allievo è Franco Morbidelli, poi ne arrivato tanti altri, Pecco Bagnaia, Niccolò Antonelli, Andrea Migno, Stefano Manzi, Marco Bezzecchi e, naturalmente, Luca Marini. Che nel frattempo è cresciuto, tanto da non stare più sulle piccole Moto3 e da dover passare alle Moto2, più congeniali alla sua statura. Ha gli stessi occhi di ghiaccio del fratello, i capelli biondi, ma un carattere molto diverso. Gli amici lo chiamano «il Russo», «Marinovich», un po’ per l’aspetto ma soprattutto per il carattere: freddo, analitico, padrone delle emozioni. Lui ride quando glielo si fa notare, «se dicono così sarà vero», pacato nelle risposte e mai sopra le righe. L’adrenalina la sfoga in pista, risponde con i fatti a chi mormora che nel suo caso la parentela valga più del talento. Inizia a farsi le ossa (e qualche volta se le rompe) in Moto2 con il team Forward, per due anni, 2016 e 2017, prima che Valentino lo chiami a casa, nel suo nuovo team. Il cerchio incomincia a chiudersi e le malelingue a recitare la solita cantilena del raccomandato. Ironia della sorte, lo stesso accade ad Alex, fratello di Marc Marquez, l’ultimo rivale del Dottore. «Ma che male c’è se Marc mette una buona parola per Alex? Ci mancherebbe altro, fra fratelli ci si aiuta», risponde Luca, allergico a ipocrisia e buonismi di seconda mano. Come se le famiglie da corsa non fossero mai esistite, a partire da Felice e Giacomo Agostini, arrivando ai Marquez, agli Espargaró e ai Rossi-Marini, naturalmente.
E visto che le belle storie hanno sempre un lieto fine, Luca nel 2018 vince la sua prima gara in Malesia, con i colori della squadra di famiglia. «Quella è stata la più grande soddisfazione per gli sforzi portati avanti con la mia Academy», ha certificato Valentino. Per Marini è stato il coronamento di un lavoro testardo e continuo, ha affinato il talento senza avere il bisogno di emanciparsi dal fratello che per lui non è mai stato e mai sarà un problema. Semmai, da questa stagione, sarà un rivale.
Autunno 2020, metà di ottobre. Luca ci guarda dallo schermo del pc dal suo box a Valencia, mangia un piatto di pasta dopo le prove e sorride. «Non ci credevi quando quest’estate avevo detto che sarei potuto passare in MotoGp. Io invece sì». L’annuncio è arrivato, si sta giocando il titolo in Moto2 (sarà vicecampione del mondo), ma c’è una Ducati pronta per lui. Il team è quello Avintia, ma sulla carena ci sono i colori di Sky e della VR46. Se Valentino cercava una scusa per mettere un piede in MotoGp con la sua struttura, non poteva trovarne una migliore. Le sfide fra la polvere del Ranch non bastano più («E poi ultimamente Luca va più forte di me, delle volte mi frega»), bisogna passare al nuovo livello. Se a Valentino mancava un’ultima soddisfazione, questa era proprio quella di incrociare le ruote con il fratello, detto e fatto. Non più un neonato da tenere in braccio, ma un avversario da affrontare. «Chi l’avrebbe pensato? Non certo io quando ero piccolo, ma crescendo ho sempre detto che speravo che Vale continuasse a firmare contratti e che io andassi il più forte possibile per riuscire a correre insieme. Ce l’abbiamo fatta entrambi», può dire orgoglioso Marini. Quest’anno inizierà a fare sul serio, sul ring dove arrivano solo i migliori, quasi mai per raccomandazione. Stefania avrà due figli per cui tifare nella stessa gara, «Ma lei è la mamma più allenata del mondo, anche molto tecnica», la descriveva Luca ai primi passi nel Mondiale. «Valentino e Luca scendono dalla moto esattamente nello stesso modo, sembrano la stessa persona. È incredibile», li descrive lei.
Inverno 2021, 16 febbraio, il giorno in cui Valentino compie 42 anni Luca posa di fianco alla sua Ducati. In attesa del Qatar, del 28 marzo e di una pista illuminata dai fari nella notte del deserto. Lì, dove Luca e Valentino si rincontreranno dopo 24 anni dietro a una visiera abbassata mentre i motori urlano in attesa di essere lasciati liberi di correre. Un’altra maledetta domenica di adrenalina e velocità, da cui entrambi usciranno vincitori, qualsiasi verdetto darà la bandiera a scacchi. «Dicono che sono freddo e razionale, ma ogni giorno penso alle sensazioni che mi darà la MotoGp – racconta Luca -. Bisognerà iniziare con calma, imparare ogni cosa». Come ha sempre fatto, un passo dopo l’altro, impastando il talento con l’impegno, ignorando i pettegolezzi e vincendo. Se ci riuscirà anche in MotoGp, non troverà più suo fratello ad attenderlo a braccia aperte davanti al box, vorrà dire invece che lo avrà superato in pista. Luca, Valentino e Stefania posarono insieme nel 2008 quando il Dottore vinse il suo penultimo titolo in MotoGp. Potrebbe essere il momento di fare un’altra foto, e chissà chi dei due sarà il protagonista.