Corriere della Sera, 20 febbraio 2021
Parla Sandro Donati, l’allenatore di Schwazer
Professor Sandro Donati, ora come intendete muovervi con Alex Schwazer? Corte Europea? Corte federale svizzera? Richiesta di grazia al Cio?
«Non sta a noi trovare soluzioni, questo è un compito delle istituzioni sportive italiane per tutelare i propri interessi, visto che un atleta nazionale è stato massacrato, e per tutelare anche i diritti di Alex. Attendiamo con fiducia che si faccia qualcosa».
Ha ringraziato pubblicamente il presidente del Coni Malagò e il segretario Mornati: come mai?
«Perché non sono mai scomparsi. Hanno sempre cercato di farci sentire la loro vicinanza, in ogni modo, con discrezione, data la delicatezza dei loro ruoli. Io non dimenticherò mai Carlo Mornati a Rio nel 2016: venne a trovarci, seguì l’allenamento di Alex, ci espresse tutto il suo rammarico per quanto era accaduto. In passato, nei capi del Coni non ho mai riscontrato questa delicatezza».
Concretamente il Coni che cosa può fare per Schwazer?
«Credo che il presidente Malagò debba studiare, o fare studiare dai propri esperti giuridici, l’ordinanza di Bolzano, coglierne gli aspetti essenziali e poi individuare il modo per rivolgersi agli organismi internazionali».
Che cosa si aspetta dal resto dello sport italiano? Dalla Fidal, in particolare?
«La Fidal, già nella persona dell’ex presidente Giomi, aveva dato la disponibilità a far valere le conclusioni dell’indagine giudiziaria, e altrettanto farà Stefano Mei, al di là del fatto che sia stato un mio ex atleta. Sicuramente si muoverà, in sintonia con il presidente del Coni».
Ha letto le dichiarazioni di Franco Carraro al «Corriere della Sera»?
«Le ho lette con piacere e apprezzate moltissimo. Sono parole importanti di cui lo ringrazio, perché si è esposto anche adesso dopo averlo già fatto nel 2015, quando intervenne per difenderci dagli attacchi dicendo che bisognava farla finita, che Alex aveva pagato ed era giusto che tornasse. Oggi, con un coraggio ancora maggiore, si è speso per affermare che bisogna trovare una soluzione».
Che cosa pensa delle reazioni della Wada?
«Prima cosa: nel momento in cui la Wada rigetta la significatività delle accuse rivolte dal giudice Pelino e invece descrive come obiettive e importanti le prove prodotte dalla Iaaf, automaticamente essa si identifica con la Iaaf stessa e smette di essere parte terza. Quindi ora sappiamo che la Wada è un organismo schierato, e non terzo. Seconda cosa: bisogna ben distinguere quelli che sono i dati oggettivi dalle interpretazioni difformi. Come possiamo definire le dichiarazioni della Iaaf riguardo al residuo di urine del campione B delle provette? Dissero che c’erano 6 millilitri e invece il colonnello Lago scoprì che ne erano rimasti oltre 18: non è forse un falso questo? Un dato oggettivo? E come si può definire il tentativo del laboratorio di Colonia di consegnare una terza provetta non sigillata contenente chissà che cosa? Non è forse un altro falso clamoroso questo?».
L’opinione pubblica si chiede: Schwazer tornerà a marciare? Lei è ottimista?
«Alex è in buona forma, si allena con moderazione perché deve anche lavorare, ha una famiglia da mantenere. Dal 2016 ha speso una montagna di soldi per i consulenti e gli è stato tolto tutto: sponsor, premi, borse di studio. Se si dovesse sbloccare la situazione a livello politico e arrivasse il semaforo verde, Alex non avrebbe problemi, nel giro di 4-5 settimane, a raggiungere una condizione che gli permetterebbe tranquillamente di ottenere il tempo per le Olimpiadi di Tokyo. E probabilmente pure per entrambe le distanze. Vi aggiungo una cosa: non me lo vorrei mai ritrovare come avversario».