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 2021  febbraio 20 Sabato calendario

Il re degli scacchi al torneo aziendale

È come se al torneo di calcio tra aziende vi capitasse di sfidare Ronaldo o Messi. Alla prima edizione del Campionato mondiale di scacchi «corporate», riservato alle squadre delle società, che è iniziato ieri e si concluderà domani, ci sarà anche Magnus Carlsen, il numero uno, «il Mozart della scacchiera».
Il nobile gioco di re e regine, grazie anche a fortunate serie tv, diventa sempre più popolare. E la Fide, la Federazione internazionale, ha deciso di organizzare una formula che è stata accolta con entusiasmo da tutti i colossi dell’economia: 284 team iscritti da 78 nazioni, ci sono Amazon, Samsung, Facebook e Microsoft, ma anche Boeing, Deutsche Bank e Gazprom. Sfida, come sempre in questi casi, tra americani e russi, con gli indiani numerosi e agguerriti, e quattro presenze italiane: Airbnb, Saes Getters (materiali avanzati per l’industria) e Reply (multinazionale dell’informatica) in gara con due team (più altri due dalla Germania).
Mauro Turcatti, responsabile dell’ufficio stampa, guida il quartetto di Airbnb Italia. «Noi siamo dei buoni amatori, ci troveremo di fronte giocatori fortissimi. Nella nostra formazione di San Francisco ci sono anche due Maestri». Per mettere insieme la squadra (quattro elementi, entrambi i generi dovevano essere rappresentati) all’Airbnb hanno fatto una selezione interna. Si poteva inserire anche un «fuori quota», un esterno di valore. Nessuna delle squadre italiane l’ha fatto. Invece l’astro nascente Francesco Rambaldi, 22 anni, Grande maestro dall’età di 16, trasferitosi per studio negli Stati Uniti, difenderà i colori della Microsoft Redmond. Complessivamente su 1.467 giocatori, 204 sono titolati, 36 i Grandi Maestri. Il norvegese Carlsen gareggia per il Kindred Group (azienda del gioco d’azzardo online), a cui è legato da un contratto di sponsorizzazione. Ma ci sono nomi di un certo spessore anche tra i «dipendenti», come il banchiere austriaco Bernhard Spalt, ceo del gruppo Erste.
Insomma, ci sarà da divertirsi. Paolo Manini, responsabile della «tecnologia del vuoto» alla Saes, giocatore di Prima categoria, fratello di un Maestro, spera come tutti di trovarsi di fronte Carlsen, ma intanto è felice della prima mossa: «È un’occasione per fraternizzare con i colleghi. E infatti la società ci ha subito sostenuto. In più, iscrivendosi, si può dare un contributo per beneficenza».
Anche alla Reply credono molto nel valore delle attività trasversali in azienda. Fabio Maglio, che lavora nello sviluppo della tecnologia 3D, ha saputo del torneo e coinvolto i colleghi. «Non immaginavo che ci fossero tra noi così tanti appassionati. In Germania abbiamo schierato anche un Maestro». Sapersi muovere tra alfieri e torri aiuta, non solo in partita. «L’obiettivo è dare scacco matto, superare gli ostacoli in un tempo prefissato – aggiunge Maglio —. È esattamente quello che si chiama problem solving».
Le analogie tra decisioni negli scacchi e investimenti economici, in particolare, erano state indagate qualche anno fa in un convegno alla Borsa di Milano. «Non solo le aziende di finanza ma anche quelle di informatica ricercano bravi scacchisti – spiega Adolivio Capece, studioso del gioco e fondatore del sito www.scacchipress.it —. Sono abituati a ragionare, prevedere e valutare le diverse alternative. È utile nelle scelte lavorative, ma anche nella vita».