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 2021  febbraio 20 Sabato calendario

L’appello di Lahm: «Non dichiaratevi gay»

Philipp Lahm è un’icona tedesca. Capitano della nazionale che vinse la Coppa del mondo di calcio nel 2014, amico personale di Angela Merkel, l’ex difensore del Bayern Monaco è una delle figure più amate nell’immaginario collettivo della nuova Germania. A soli 37 anni, decente e per bene, Lahm è un modello per milioni di giovani tedeschi, professionisti dello sport e non. In questi giorni, l’ex calciatore ha dato alle stampe un libro, Das Spiel. Die Welt des Fussbals, che racconta dall’interno il mondo del calcio tedesco e internazionale e sicuramente andrà presto in testa alle classifiche dei titoli più venduti.
Una ragione di più per ritrovarsi al centro di molte critiche, a causa di alcune pagine del saggio, nelle quali Lahm mette in guardia i calciatori omosessuali dal fare coming out. «Se qualcuno avesse in mente di farlo e dovesse chiedermi consiglio, gli suggerirei di consultarsi con una persona di fiducia e fare onestamente i conti con sé stesso, su quali siano i veri motivi per questo passo», scrive Lahm. E aggiunge: «Ma non gli consiglierei mai di parlare di questo tema con i suoi compagni di squadra».
Secondo Lahm, anche se si trattasse di un giocatore con la necessaria maturità per fare coming out, «dovrebbe mettere nel conto che in molti stadi verrebbe fatto oggetto di insulti, offese e frasi diffamatorie: chi lo sopporterebbe e quanto a lungo?». La conclusione è molto pessimista: «Mi sembra che attualmente nella Bundesliga ci siano poche chance di osare con successo un passo simile e uscirne senza danni personali».
Ma per quanto espressa con empatia verso i calciatori gay e motivata da sincera preoccupazione per le eventuali conseguenze, la posizione di Lahm non è stata accolta bene. Anche perché negli stessi giorni dell’uscita del suo libro, il magazine 11 Freunde ha dedicato al tema del coming out nello sport la sua copertina, pubblicando l’appello di 800 calciatori e calciatrici, decisi a difendere le colleghe e i colleghi gay, che scelgono di dichiararsi tali: «Vogliamo che chiunque si decida in tal senso sia sicuro del nostro sostegno e della nostra solidarietà». Tra i firmatari dell’appello «Contate su di noi», il trequartista dell’Union Berlin Max Kruse e il capitano del Colonia Jonas Hector. Hector si è richiamato allo Statuto del suo club: «Benvenuto nella più bella città tedesca, uguale da ovunque tu venga, qualunque sia la tua fede, chiunque tu sia, comunque tu viva e chiunque tu ami». Si è subito notato che nessuno dei giocatori del Bayern Monaco, né la società come tale, hanno sottoscritto l’appello.
Il clima interno ai club viene indicato come uno degli ostacoli principali. Nei giorni scorsi, due pallavolisti della prima divisione tedesca, Benjamin Patch e Facundo Imhoff hanno fatto coming out in una intervista alla Süddeutsche Zeitung, spiegando che dovrebbero essere proprio i club a dire: «Vogliamo avere anche i gay nelle nostre squadre». Ed è proprio il giornale bavarese a dare un consiglio a Philipp Lahm: «È meglio incoraggiare, che mettere in guardia».