il Giornale, 20 febbraio 2021
M5s, sei milioni di motivi per divorziare
Come in ogni divorzio che si rispetti, anche in casa grillina si tirano in ballo i soldi. A sollevare la questione delle restituzioni è il senatore Mattia Crucioli, ormai uno dei leader della fronda a Palazzo Madama. Uno dei più determinati a voler costruire un gruppo autonomo. Ebbene Crucioli scrive un post su Facebook direttamente rivolto al reggente Vito Crimi. «Crimi si guarda allo specchio», scrive Crucioli. Quindi allega il suo bonifico di 2mila euro all’ospedale Gaslini di Genova. La questione è quella, ormai atavica, della destinazione delle restituzioni del taglio degli stipendi dei parlamentari. «Alla rapidità di espulsione di chi ha mantenuto fede ai principi del M5s non corrisponde altrettanta rapidità nell’utilizzare proficuamente i soldi delle restituzioni dei portavoce m5s», scrive il senatore. Infatti gli eletti versano le eccedenze dei propri stipendi in un conto ad hoc intestato al capo politico e ai capigruppo di Camera e Senato, Vito Crimi, Davide Crippa ed Ettore Licheri. Da questo conto i soldi dovrebbero poi essere destinati a enti o associazioni scelte dagli attivisti su Rousseau. «L’ultimo concreto utilizzo delle nostre restituzioni risale a luglio del 2020 e sul conto giacciono inutilizzati più di 6 milioni di euro», scrive Crucioli. Quindi chiede che gli vengano restituiti i soldi versati. Un tema che si incrocia con quello di chi è ancora non in regola con i bonifici. Un altro degli espulsi, il deputato Alvise Maniero, sottolinea la cosa. «Da ora continuerò come da impegni le mie restituzioni, per cui a differenza di altri sono in regola, autonomamente e senza dover attendere». Sul sito Tirendiconto.it, portale che monitora l’andamento delle restituzioni, c’è scritto che per essere considerati in regola bisogna aver versato fino a novembre 2020. Però tanti ancora risultano in ritardo. Di solito i «morosi» dicono di aver versato e che il sistema non ha ancora caricato i bonifici, di conseguenza la posizione non è aggiornata.
Ma per dovere di cronaca bisogna dire che secondo il sito del M5s in tantissimi sono indietro. Tra di loro big come Luigi Di Maio e Roberto Fico, fermi a ottobre. Riccardo Fraccaro e Alfonso Bonafede ad agosto, lo stesso Crimi a ottobre. Solo per citarne qualcuno. Dal fronte governista si teme che dietro l’attacco sulle restituzioni ci sia la mano di Davide Casaleggio. Anche Raffaella Andreola, l’unica componente del collegio dei probiviri contraria alle espulsioni, tira in ballo la storia dei soldi. Andreola dice al Giornale: «Il collegio opera quotidianamente per gestire l’enorme mole di lavoro arretrato, in particolare i casi relativi alle mancate restituzioni e rendicontazioni, la presa in carico di questi casi di voti in dissenso ora non rappresenta certo una priorità». Crimi è avvisato.