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 2021  febbraio 20 Sabato calendario

La scienziata che muove la sonda su Marte Biografia di Diana Trujillo, scienziata

La vita marziana di Diana Trujillo comincia a Cali, nel sud ovest della Colombia, nel 1980. Sono gli anni della guerra tra i narcos, il cartello di Cali contro quello di Medellin, la città è travolta dalla violenza. Diana cresce con sua madre dopo il divorzio dei suoi. Le cose non sono facili: pochi soldi, poche prospettive. «Avevo sempre paura di non tornare a casa la sera. Fissare il cielo di notte in cortile era l’unica pace che conoscevo», ha raccontato diversi anni dopo. Diana Trujillo oggi è una scienziata della Nasa, ingegnere aerospaziale del team che due giorni fa ha fatto atterrare su Marte il rover Perseverance, un robot automatico che ha il compito di rispondere alla domanda: c’è stata vita su Marte?
Perseverance ha viaggiato per 203 giorni e 470 milioni di chilometri, ha addosso 23 telecamere, due microfoni, un sistema per raccogliere campioni molto sofisticato: l’obiettivo è immagazzinarli e riportarli poi sulla terra con una successiva missione. Il braccio robotico che guiderà l’esplorazione è quello di cui si è occupata Trujillo, a capo del team che doveva progettarlo, ma è anche una dei direttori di volo. Il braccio robotico è la connessione con il suolo, è la mano che tocca il terreno e raccoglie elementi.
Giovedì, mentre Perseverance entrava nell’atmosfera di Marte per raggiungerne poi la superficie, Trujillo raccontava cosa stava succedendo: per la prima volta la Nasa ha deciso di trasmettere la diretta di un atterraggio in spagnolo. Il video, Juntos perseveramos, ha avuto più di un milione e mezzo di visualizzazioni. «È stato spettacolare. Per molto tempo ho voluto che la Nasa trasmettesse un atterraggio planetario in spagnolo. Insistevo da mesi», ha detto la scienziata a El Pais. «L’obiettivo era che questo momento storico raggiungesse non solo scienziati e ingegneri che parlano inglese, ma anche nonne, nonni, mamme, papà e soprattutto i bambini dell’America Latina e della Spagna».
Trujillo è impegnata da tempo in una campagna per spingere le ragazze latinoamericane ad avvicinarsi alla scienza, una storia che viene da lontano, ha raccontato in un Ted del 2019. «Da bambina mi chiamavano Lady Diana, era il modo per le donne della mia famiglia di dirmi che avrei raggiunto traguardi impensabili, che il nostro destino non era preparare una buona cena. Tutte le donne della mia famiglia sono state abbandonate dagli uomini, senza nulla. Ma mi hanno insegnato la forza di combattere».
A 17 anni, senza parlare inglese e con 300 dollari in tasca, è salita su un volo per Miami: ha studiato e lavorato come domestica per mantenersi. Nel giro di pochi anni è diventata la prima donna latina a entrare nella Nasa Academy, una dei due studenti della sua classe ad essere assunta subito dopo la fine del corso. Nel 2014 è stata nominata capo della missione Curiosity, il primo robot atterrato su Marte. «Una sera, ero appena arrivata negli Stati Uniti, non avevo nulla, mentre guardavo le stelle e la luna ho pensato: posso fare di meglio, molto di meglio, diventare la donna latina che mia madre, mia nonna, la mia bisnonna avrebbero meritato di essere». Women matter, le donne contano, è il suo motto.