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 2021  febbraio 19 Venerdì calendario

Mbappé e Haaland, i nuovi mostri

I nuovi mostri. Kylian Mbappé e Erling Braut Haaland sono gli attaccanti che si divideranno gloria e gol nel futuro, ritenuti gli eredi di Leo Messi e Cristiano Ronaldo. Se sarà rivalità infuocata o sana competizione non si può sapere ora, dipende se si troveranno nello stesso campionato a contendersi i titoli o se rimarranno in pianeti distanti. Intanto già si guardano: «La tripletta di Mbappé mi ha motivato, non posso che ringraziarlo», ha detto il norvegese dopo la doppietta al Siviglia. Mbappé, già campione del mondo, parte avvantaggiato nella corsa ai trofei perché fa parte di una nazionale che arriva sempre ai tornei e anche li vince. La Norvegia non ci sarà all’ Europeo, Haaland userà la Champions come vetrina planetaria. Già per caricarsi quando va all’allenamento ascolta l’inno della coppa. 
Mbappé è uno abituato a bruciare le tappe. Mondiale a 19 anni, ha continuato a migliorarsi, ispirandosi anche all’idolo d’infanzia, Cristiano Ronaldo, che poi lo accolse ancora 14enne a Madrid per convincerlo a trasferirsi alla «casa blanca». Troppo presto, sentenziarono i genitori, preferendo il più quieto centro di formazione del Monaco, club che Mbappé ha lasciato nel 2017 da campione di Francia. Anche Haaland ha rivelato di aver avuto tanti idoli da ragazzino, ma che Ronaldo e Ibrahimovic hanno avuto un peso particolare. 
La carriera
Proprio quattro anni fa, Mbappé si scelse il Manchester City di Pep Guardiola come prima vittima sacrificale, punita sia all’andata che al ritorno dei suoi primi ottavi in Champions. Solo l’incipit di una cavalcata continuata quell’anno ai quarti con altre tre reti al Borussia Dortmund, pre-Haaland naturalmente, e arrivata al capolinea non prima di aver realizzato il sogno di segnare pure a Gigi Buffon, nella semifinale persa contro i bianconeri. Bastò per convincere l’emiro del Qatar a portarselo al Psg per 180 milioni di euro. E a Parigi, Mbappé è andato avanti, migliorandosi ogni anno, dove è già diventato il terzo bomber più prolifico della storia del club, con 111 reti. Meglio fanno solo Ibrahimovic (156) e Cavani (200). Haaland, figlio di un nazionale norvegese che giocò anche contro l’Italia a Usa ‘94, debuttò in Champions nel settembre 2019 con una tripletta al Genk: dopo Siviglia è a 18 centri in 13 partite. E con il Borussia è andato a segno 41 volte in 42 gare. Fenomenale. 
Simboli
Di reti in Champions, il francese finora ne ha segnate 24 in 41 presenze. Gli assist sono 17. Fino a mercoledì pomeriggio in patria però lo criticavano per non essere mai decisivo nelle partite che contano, come nella finale persa ad agosto con il Bayern Monaco. Mbappé ha risposto a modo suo, realizzando la prima tripletta nella fase ad eliminazione diretta proprio contro il Barcellona di Messi, al Camp Nou, scavalcando pure il mito Zidane, a 10 gol nella fase post gironi. Tutto un intreccio di simboli visto che il Real Madrid sogna di fare di Mbappé l’erede diretto di Ronaldo. Da lui, il parigino sembra aver clonato l’accelerazione fulminea, magari decentrandosi dalla fascia sinistra, oltre che la padronanza tecnica sotto porta. Tratti di nobiltà calcistica sintetizzati anche dal condiviso numero di maglia: da CR7 a KM7 basta un attimo. Mentre da EH9 a «chissà dove» ancora non si sa. Certo non rimarrà a lungo a Dortmund: pagato 20 milioni più almeno altrettanti di commissioni, ha una clausola di 75 milioni, che nel mercato pre Covid era bassa, adesso è più pesante ma per uno del suo valore può essere spesa. A chi somiglia Haaland? Secondo Oyvind Godo, giornalista norvegese, «è forte come un orso e veloce come un cavallo. Ed è una macchina da gol». Ciascuno è libero di pensare ad altri attaccanti del momento, diciamo che Haaland non è la fotocopia di Messi o Ronaldo, ma promette di segnare tanto come loro.