ItaliaOggi, 19 febbraio 2021
Periscopio
Da giovane tendevo a nascondermi le tette pur di non far capire che ero una donna perché allora una donna bella era spesso considerata anche stupida. Luciana Castellina (Concetto Vecchio). la Repubblica.
Bruno Tabacci, che se non altro ha una vasta esperienza politica, si è prodotto in un carpiato mica da ridere: da punto di riferimento dei Responsabili pro Conte a primo tifoso di Draghi. Aldo Cazzullo. Corsera.
Augusto Minzolini, tornato squalo, pubblicò su Twitter un suo audio con Casalino che dice: «Amore, ci sarà un Conte Ter, stai tranquillo». Comincia a girare una notizia: subito dopo aver saputo che Mario Draghi aveva accettato l’incarico, «l’ex portavoce di Conte ha cominciato a fare pressioni sulle truppe a 5 Stelle, chiedendo di non votargli la fiducia». Rocco smentisce. Rocco è isterico. Rocco, coraggio, è finita. Vieni via, esci da quell’ufficio. Fabrizio Roncone. Corsera.
Negli sport, a Giuseppi piaceva giocare a calcio, Super Mario a basket ed oggi ha la passione per il golf, tanto che nei rari momenti di stanca voleva creare un fondo internazionale per acquistare campi nei posti più belli del mondo. Studi internazionali rigorosi per il banchiere, compreso un dottorato al MIT di Boston, mentre per l’ex avvocato degli italiani turismo accademico. Tanto preciso il primo agli appuntamenti, con il suo motto «la puntualità è la virtù dei re», tanto pasticcione l’altro nel gestire la sua agenda. Con lui, l’anticamera di Palazzo Chigi era diventata un suk, per non parlare delle telefonate inevase. Luigi Bisignani. Il Tempo.
Incontrai Pannella una mattina, a Roma, durante una lunga passeggiata tra i viali dell’Università La Sapienza. Eravamo entrambi studenti di Legge. Lui già faceva i comizietti a Piazza Colonna, affollata nel dopoguerra di agit prop. Era una personalità notevole, più coerente di quanto non sia stato dopo. Oggi, viviamo l’epoca della democrazia del gradimento, in cui obiettivo della politica è assecondare i gusti dell’elettorato. Mauro Mellini, avvocato (Gian Carlo Perna). Libero.
Nel momento in cui l’Agcom della presidenza Cardani ha preso una decisione senza precedenti, multare la Rai per mancato rispetto del pluralismo con una sanzione da 1,5 milioni, non soltanto il Governo Conte 2 non ha fatto nulla, ma è stato addirittura consentito alla Rai di fare ricorso al Tar, come se un giudice amministrativo potesse invalidare una decisione presa dall’organo di controllo preposto, che conta su esperti, giuristi, società di monitoraggio. Michele Anzaldi, deputato di Italia Viva. Huffington Post.
Il mio leader culturale all’università era Lucio Colletti, che teneva lezioni travolgenti senza leggere neanche un appunto. Eravamo così pazzi di lui che quando nel ’75 uscì Intervista politico-fiolosofica, il libro con cui si staccò dal marxismo, io, Alberto Flores, Franco Moretti rimanemmo per ore davanti alla libreria Uscita, al numero 9 di via dei Banchi Vecchi, aspettando che arrivassero i primi pacchi dalla tipografia per aprirli e assicurarci subito un volume. Pierluigi Battista (Nicola Mirenzi). Huffington Post.
«Da presidente dell’Aic (Associazione italiana calciatori) che effetto le faceva rappresentare Cristiano Ronaldo, secondo Forbes il primo nella storia del calcio ad aver accumulato un patrimonio di 1 miliardo di euro?». «Le farò io una domanda: sono più i soldi che Ronaldo guadagna o quelli che fa guadagnare? Non è strapagato. In questa economia di mercato mantiene allenatori, preparatori tecnici, sponsor, aziende, tv, giornali». Damiano Tommasi, ex calciatore (Stefano Lorenzetto). l’Arena.
A un certo punto della mia vita mi sono diviso tra la genetica e la psicoanalisi. Ho curato pazienti che venivano da me depressi e dopo un po’ ricominciavano a vivere. Per circa vent’anni, quando ho potuto, ho aiutato chi stava male. Edoardo Boncinelli, genetista (Antonio Gnoli). la Repubblica.
Qualcuno ha paragonato Veltroni a un collega della Rai, ora in pensione, che nei suoi servizi televisivi non criticava mai nessuno, neanche se, cantando o recitando, si infilava in pericolosi scivoloni. Per lui andava tutto bene, tutti erano bravi, anzi bravissimi e insuperabili. Insomma il veltronismo aveva conquistato anche lui. E non è certo il solo. Il bello (o il brutto) di Veltroni è di aver generato una nuova «dottrina» buonista, con una scuola di fedelissimi, che si nutre di conformismo, di adulazione, di «pacificazione» e tolleranza, anche quando vengono appiccati incendi. Sono presenti ovunque questi «conniventi» o estimatori del Maestro: alla Rai, nei giornali, nei social, nel mondo del cinema e delle case editrici, oltre che nella politica, soprattutto in quella di sinistra. Aldo Forbice. LaVerità.
Un bambino di tre, quattro anni, vestito come una volta si vestivano in Italia nelle campagne alluvionate, la testa squadrata nel passamontagna grigio e in uno stretto cappotto su cui tirano i bottoni. Regge in bocca una canna di ferro ricurva e lunga che l’aggancia al tronco di una betulla. Chiedo al tassista, che non avrebbe voglia di dire ma irsuto, la bocca semichiusa con soli tre denti, sibila: «Normalnaja, bestplatnaja vitamina». A San Pietroburgo non ci sono oggi i soldi per comprare arance ai bambini e le loro vitamine allora le succhiano; vampiri della linfa di betulla. Geminello Alvi, Ai padri perdòno. Mondadori, 2003.
La prima volta che incontrai la tecnologia avanzata avevo 6 anni e fu nella bottega di «Zabaione»: era un meccanico di motocicli a Modena soprannominato Zabaione perché aveva i capelli gialli. A me sembrava un genio, da come sapeva maneggiare i carter, le catene, i freni e i carburatori. Guglielmo Zucconi, La scommessa. Rizzoli, 1993.
Vittoria di me sa tutto. E quello che non sa, lo immagina, lo inventa. Riuscendo a farmelo credere. Roberto Gervaso.