Il Messaggero, 18 febbraio 2021
12QQAFM12 Intervista a Jean Hanff Korelitz, l’autrice di The Undoing
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«Io non sono brava a mentire, per fortuna non ho grandi segreti da nascondere ma un matrimonio senza un pizzico di bugie, come può andare avanti?». Jean Hanff Korelitz, classe 1961, è l’autrice di The Undoing. Le verità non dette (pp. 484, 19 euro, tr. Elena Cantoni) il romanzo da cui è stata tratta l’omonima serie Hbo diretta da Susanne Bier che ha ottenuto quattro nomination ai Golden Globe 2021 (fra cui quella per la Miglior serie), rilanciando Nicole Kidman e Hugh Grant e facendo scoprire al pubblico internazionale il talento di Matilda De Angelis. Al centro dell’intreccio c’è Grace Sachs, psicoterapeuta a Manhattan. Esorta le sue pazienti a non fidarsi troppo degli uomini, conduce una vita agiata ma all’improvviso suo marito Jonathan scompare e quel mondo dorato si rivelerà menzognero, crollandole addosso. Thriller psicologico serrato, (pubblicato la prima volta nel 2016 come Una famiglia felice) Piemme l’ha appena rimandato sugli scaffali con il titolo e la cover della serie tv e in questa prima intervista italiana, la romanziera americana si racconta sottolineando il peso enorme che le bugie giocano nella nostra vita, dagli affetti alla politica. The Undoing (in onda su Sky Atlantic a inizio anno) ha spopolato anche grazie al look della Kidman, avvolta in cappotti di velluto per le vie di New York: «Qualsiasi cosa sta bene addosso a Nicole. L’avessi fatto io sarei sembrata sul set de Il Signore degli Anelli».
È soddisfatta della trasposizione del romanzo?
«The Undoing è un fantastico show ma non era esattamente la mia storia e l’ho capito appena è iniziato il processo di adattamento. Nelle mie pagine è subito chiaro chi sia il colpevole e l’attenzione si concentra sulla protagonista, Grace: come reagirà alla completa distruzione del suo mondo – non solo la sua famiglia e il suo senso di appartenenza nella sua comunità, ma la sua vita professionale chi mai affiderebbe i propri problemi ad una donna che si è rivelata incapace di vedere i propri guai?».
Lei sembra davvero ossessionata dalle bugie. Come mai?
«Perché sono una pessima bugiarda. A volte mi capita di mentire ma non ne traggo alcun piacere, e credo che tutti se ne accorgano subito. D’altra parte, ci sono note figure politiche da questa parte dell’Oceano che mentono senza alcuna difficoltà. Lo ammetto, queste persone mi affascinano. E sa una cosa? Non credo di essere l’unica ad esserne ammaliata».
I matrimoni possono essere pieni di ombre?
«Credo che un matrimonio senza alcun inganno e senza menzogne sia davvero raro. Certo, magari un pizzico di falsità serve a mantenere l’equilibrio e come scrittrice penso che raccontarne uno senza ombre né fantasmi sarebbe assai noioso» Chiusi in casa con il lockdown, molte coppie sono andate in tilt e le richieste di divorzio sono schizzate alle stelle. Cosa ci affascina delle bugie?
«Vede, non sono scioccata dal fatto che la gente menta, quanto dal fatto che la gente creda ancora alle bugie. Ho passato una giornata intera alla tv guardando il processo di impeachment nella camera del Senato americano e l’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio, chiedendomi: Quanto siete stupidi, come avete potuto credere a quell’imbroglione?».
Come se lo spiega?
«In America c’è un detto famoso: Nessuno entra in una setta. Ecco, si comincia a credere a qualcosa, o a qualcuno, senza rendersi conto di quanto sia grande il guaio in cui ci si sta cacciando. Immagino valga anche per i matrimoni».
Scrivendo di matrimoni e bugie sotto le lenzuola, qual è la parte più difficile?
«Tenere sempre viva la suspense sulla pagina. I lettori sono molto intelligenti e me li immagino continuamente a far supposizioni su come evolverà la storia. Ecco, sorprenderli senza insultare la loro intelligenza è molto impegnativo. Quei pochi autori che ci sono riusciti hanno il mio profondo rispetto».
Nicole Kidman è un po’ diversa dalla sua Grace. Una scelta che la soddisfa?
«La mia versione di Grace è una donna elegante, ma quella interpretata da Nicole Kidman è onestamente su un altro livello. Sono diverse, è vero ma non ho mai dubitato che lei avrebbe fatto un lavoro superbo. Scrivendo, volevo raccontare i pensieri di una donna forte, una professionista abituata a maneggiare i segreti altrui che vede andare tutto in rovina. Sul piccolo schermo, invece, tutto ciò si riflette sul volto di Nicole Kidman».
Le è capitato che qualcuno le dicesse, Jean, avresti dovuto saperlo?
«Non ricordo. Ma se dovesse succedere, cercherò di essere umile. In fondo, sono un essere umano».
L’interpretazione di Matilda De Angelis è stata molto apprezzata dal pubblico. Anche lei è un po’ diversa fra pagina e schermo?
«Sì, il personaggio del mio romanzo, Malaga Alves, era davvero molto diverso. Era più vecchia e meno bella, ma a suo modo molto sensuale, quel tipo di donna che potrebbe essere circondata da più uomini ad una festa. Però Malaga non era un personaggio centrale; David E. Kelley, scrivendo la sceneggiatura, l’ha ripensata e quando ho visto i numerosi flashback ho capito perché».
Jean, come i suoi protagonisti, anche lei ha un segreto da confessare?
«Beh, non ho mai ucciso nessuno, se è questo che mi sta chiedendo! Anzi, la maggior parte dei miei segreti sono molto noiosi».
Gran parte del pubblico si è diviso sui cappotti di velluto indossati da Nicole Kidman. Le sono piaciuti?
«Siamo onesti. Qualsiasi cosa sta bene addosso a Nicole Kidman, e ho ammirato il modo in cui la costumista ha lavorato sul personaggio»