Il Sole 24 Ore, 17 febbraio 2021
Depositi al record di 1.744 miliardi
La suddivisione dell’Italia in fasce di colore diverso, corrispondenti a diversi gradi di restrizioni alla mobilità, ha rallentato la circolazione del Covid-19. Ma sicuramente non ha riportato la fiducia tra imprese e famiglie e tantomeno ha dato una spinta ai consumi. La cartina di tornasole sono i depositi, che in base a quanto riportato nel bollettino mensile dell’Abi, a fine gennaio hanno continuato a crescere segnando un nuovo record massimo: 1744 miliardi, in aumento dell’11.6 per cento rispetto allo stesso periodo del 2020. È la progressione maggiore dell’ultimo anno con un incremento in valore assoluto pari a 181 miliardi. La quota maggiore arriva dalle famiglie, che ormai superano la soglia dei mille miliardi. Del resto, sono fermi sia i consumi che gli investimenti, sia in forme di risparmio gestito che in immobili. Lo stesso bollettino indica che nel terzo trimestre del 2020 è stata registrata una flessione anno su anno del 10 per cento in investimenti obbligazionari da parte delle famiglie, del 6 per cento in azioni e del 2,9 per cento di quote di fondi comuni. In aumento del 3,6 per cento gli investimenti in polizze vita e fondi pensione. Si allarga anche il divario tra il livello dei depositi e quello degli impieghi bancari: 1744 miliardi i primi, 1703 miliardi i secondi. Registra un rallentamento la corsa dei prestiti innescata nel 2020 anche a seguito delle garanzie pubbliche: a fine gennaio l’andamento medio dei finanziamenti a famiglie e imprese è sceso dal 5,5% di fine dicembre a 4,5 per cento. Il totale di questi prestiti si è attestato a 1.303 miliardi a fine gennaio.
I dati dei prestiti relativi al mese di dicembre mostravano invece un trend di crescita, con i finanziamenti alle imprese che nell’ultimo mese dell’anno avevano registrato un aumento dell’8,5 per cento, contro 8,1 per cento di novembre. Nel mese di gennaio 2021 probabilmente è proprio la componente imprenditoriale ad aver contribuito alla flessione.
Nel primo mese dell’anno i tassi di interesse sulle operazioni di finanziamento si sono mantenuti su livelli particolarmente bassi. Il tasso medio sul totale dei prestiti è sceso al 2,27% (2,28% il mese precedente e 6,18% prima della crisi, a fine 2007), mentre il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni è stato leggermente in crescita e pari all’1,27% contro 1,25% a dicembre 2020. Anche il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è salito lievemente, pari all’1,43% rispetto all’1,4% del mese precedente. Continua a segnare nuovi record anche la riduzione delle sofferenze nette, che a dicembre 2020 sono scese a quota 20,7 miliardi in flessione rispetto ai 23,5 di novembre 2020 (-2,8 miliardi pari al -12,1%), ai 27 miliardi di dicembre 2019 (-6,3 miliardi pari a -23,4%) e ai 31,9 miliardi di dicembre 2018 (-11,2 miliardi pari a -35,1%).
Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali si è ridotto all’1,19% a dicembre 2020, tornando sui livelli di luglio 2009. Nel bollettino si ricorda che il rapporto era 1,35% a novembre 2020, 1,58% a dicembre 2019, 1,85% a dicembre 2018 e 4,89% a novembre 2015.
Fa da contraltare all’andamento crescente dei depositi la flessione della raccolta obbligazionaria delle banche, che a gennaio ha segnato una nuova contrazione record (-9,5 per cento; solo a novembre 2020 c’era stata una contrazione maggiore, pari a -9,7 per cento). L’ammontare complessivo di queste obbligazioni a fine gennaio si attestava a 215 miliardi, il livello più basso almeno dell’ultimo anno.