ItaliaOggi, 17 febbraio 2021
Una banca per le Favelas
In Brasile, alla fine del mese nascerà la banca comune delle favelas per lo sviluppo del microcredito. L’obiettivo dell’istituto è permettere ai piccoli imprenditori di accedere al microcredito e agli abitanti di avere una carta bancaria per acquistare localmente i prodotti di base. Per raggiungere il massimo di persone i prestiti avranno un tetto massimo di 2.300 euro con il tasso più basso possibile, ma che permette all’operazione di essere sostenibile. Ispirata al modello lanciato dal premio Nobel della pace, Muhammad Yunus, il padre del microcredito, la banca dispone già di 300 mila euro secondo i suoi fondatori. Un terzo degli utili servirà a finanziare progetti sociali.
Il mercato è enorme: ancora un adulto su tre, cioè all’incirca 45 milioni di brasiliani, non ha un conto in banca e non ha accesso al credito. Questa popolazione rappresenta un flusso finanziario di oltre 120 miliardi di euro, secondo la stima dello studio dell’istituto Data Favela e Locomotivo del 2020.
L’idea è nata nel G10 delle favelas, Slum Summit, che raggruppa le 10 con il più forte potenziale di sviluppo economico del Paese (due a San Paolo e Rio de Janeiro e sei negli altri Stati) che si è svolto un anno fa nella favela di Paraisopolis, nella periferia di San Paolo, la metropoli economica del Brasile con lo scopo di unire gli sforzi per attrarre investitori nel commercio e nei progetti di queste bidonville. Uno studio ha evidenziato che queste favelas potrebbero gestire 1,3 miliardi di euro di consumi. La pandemia, che ha investito in pieno la popolazione più povera del Brasile, ha dato un nuovo impulso al G10 che ha distribuito 1,5 milioni di pasti e mascherine.
La banca del G10 si inserisce in un movimento più vasto di deregolamentazione del sistema bancario e di pagamenti che hanno ridotto drasticamente il tasso di interesse per le pmi e le famiglie. Il numero dei brasiliani senza conto corrente l’anno scorso è diminuito del 73%.