ItaliaOggi, 17 febbraio 2021
Covid, le superfici concorrono poco alla diffusione del virus
Il Covid-19 è una malattia respiratoria e si trasmette principalmente per via aerea. La contaminazione attraverso le superfici è una possibilità che si verifica in percentuale ridotta, tra il 10% e il 30%, ma in condizioni particolari: se qualcuno infetto ha tossito e sternutito sulla superficie che viene poi toccata da un’altra persona entro un paio d’ore. Lo hanno dimostrato studi sul campo, e lo ha dichiarato anche l’Oms (organizzazione mondiale della sanità). Eppure si è sopravvalutato per molto tempo la diffusione del Corona attraverso le superfici, sottostimando, invece, la propagazione attraverso il droplet, le goccioline di saliva che si diffondo nell’aria. E per questo, le autorità sanitarie sono arrivate in ritardo ad imporre l’uso massiccio delle mascherine per prevenire i rischi di contagio da Coronavirus, insieme alla necessità di ventilare le stanze quali gesti barriera contro la diffusione del virus.
All’inizio della pandemia, era stata l’organizzazione mondiale della sanità (Oms) ad aver indicato tra le priorità la disinfezione delle superfici potenzialmente contaminate, come le maniglie delle porte o i pulsanti degli ascensori. Ma a luglio scorso, l’Oms ha ammesso di non aver identificato alcun caso provato di trasmissione di Covid-19 attraverso le superfici. Eppure, milioni di dollari sono stati spesi negli Stati Uniti per la disinfezione quotidiana della metropolitana di New York, come ha riportato un recente editoriale della rivista Nature, nel quale l’autore ha denunciato un messaggio pubblico confuso dal momento che le prove sono ormai chiare: il Coronavirus Sars-Cov-2 si trasmette principalmente per via aerea. Tesi confermata anche dallo studio di Harvard sul caso della nave da crociera Diamond Princess, in quarantena forzata in Giappone con a bordo 3.600 passeggeri e che ha registrato 712 malati. I ricercatori di Harvard hanno modellizzato 21.600 scenari partendo da differenti ipotesi di trasmissione comparandoli ai casi quotidiani realmente dichiarati a bordo. Conclusione: le contaminazioni sono avvenute principalmente per via aerea. Quelle attraverso superfici erano state il 30% del totale, ha concluso la ricerca pubblicata negli Atti dell’Accademia americana delle Scienze (Pnas). Tuttavia, la percentuale del 30% è ancora esagerata a giudizio di Emanuel Goldman, docente di microbiologia a la Rutgers New Jersey Medical School, perché, ha sostenuto, gli studi realizzati negli ospedali, con pazienti malati, non hanno rilevato alcun virus vivo sulle superfici. Per la specialista australiana Lidia Morawska le probabilità di contrarre il Coronavirus attraverso le superfici si aggira intorno al 10%. Ma questo non vuol dire, secondo gli esperti, che questa possibilità non esista e che dunque si debba abbassare la guardia sul lavaggio delle mani o la pulizia delle superfici.