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 2021  febbraio 17 Mercoledì calendario

La musicista che si è finta uomo

E’ davvero possibile, nell’anno 2021, che una donna debba fingersi uomo per avere successo? Nell’Inghilterra vittoriana la scrittrice Mary Ann Evans pubblicava romanzi sotto lo pseudonimo di George Elliot: voleva essere presa sul serio dai letterati della sua epoca. Negli Anni 90, Joanne Rowling è diventata famosa in tutto il mondo come JK Rowling dopo che la sua casa editrice le aveva suggerito di usare semplicemente le iniziali, più neutre: meglio non correre il rischio di alienarsi le simpatie di potenziali giovani lettori maschi di Harry Potter. E oggi è ancora lo stesso? E’ quanto sostiene una pianista inglese che si è spacciata per maschio per cercare di sfondare nel patriarcale mondo della musica classica. Annabel Bennett è diventata Arthur Parker, et voilà, si sono aperte le porte del successo, o quantomeno quelle delle stazioni musicali. Almeno così dice lei, una versione che altri, tra cui la Bbc, hanno bollato come pura fantasia. "Quando inviavo la mia musica come donna, non andava da nessuna parte", ha raccontato al Times. "Appena ho cominciato a farlo da uomo, mi hanno subito notata. Si saranno immaginati un signore anziano".
Una storia singolare quella di Bennett. Cinquant’anni, comincia a comporre musica nel 2012 alla morte del padre, musicista e produttore nella cui casa passavano artisti famosi come David Bowie, il quale una volta avrebbe addirittura fatto da babysitter alla piccola Annabel e a sua sorella. Pianista autodidatta, coltiva sempre di più la sua passione per la musica, ma i tentativi di piazzare pezzi alla Bbc o nelle radio vengono spesso respinti. Un giorno, di fronte all’ennesimo rifiuto, l’idea che le cambia la carriera: "Ho voluto riprovare ma non potevo farlo col mio nome. Da lì è nato Arthur Parker. Mio padre si chiamava Tom Arthur Parker quindi il nome viene da lui". I suoi pezzi passano nelle radio classiche, lei comunica solo per mail. "Non ho mai finto di essere qualcun altro al telefono o cose del genere", giura.

Che la sua storia sia stata dettata da un autentico senso di discriminazione, dalla frustrazione di vedersi sorpassare da colleghi maschi, o da una trovata per farsi un po’ di pubblicità, chissà. La Bbc, citata dalla donna, nega qualunque accusa di discriminazione, e sottolinea di aver passato i pezzi di Bennet quando erano stati proposti con il suo vero nome. "E’ completamente falso. Abbiamo fatto ascoltare numerosi pezzi sulle nostre stazioni locali quando l’artista usava il suo nome originale", ha detto un portavoce alla stampa inglese. "Neghiamo qualunque insinuazione che la musica sia selezionata sulla base di qualunque motivo che non sia il merito". Il caso solleva comunque domande scomode sulla discriminazione di genere, quando tutti gli indicatori sociali nel Paese dimostrano come la pandemia abbia cementato, anzi aumentato il "gender gap".
Quanto a Bennett, ha finito per rivelare la sua vera identità a una presentatrice della Bbc nel 2019, e sostiene di aver voluto rendere nota la sua storia per far sì che, "in un settore che appartiene ancora ai maschi", le donne siano prese sul serio. Ma questo non vuol dire che la brillante carriera di Arthur Paker sia finita. Nelle prossime settimane uscirà, sotto il nome dell’alter ego maschile, un album registrato da Bennett nei mitici studi di Abbey Road. "Venderà di più - dice - se la gente pensa che l’abbia scritto un maschio".