il Fatto Quotidiano, 16 febbraio 2021
Intervista a Tom Hanks
“È un film sullo scambio di informazioni: i fatti vengono rappresentati a un pubblico affamato di notizie, che viene edotto e anche divertito”. A oggi Tom Hanks ha vinto due Oscar, miglior attore protagonista per Philadelphia (1994) e Forrest Gump (1995), a fronte di sei nomination, la settima dovrebbe venirgli dal western umanista che Paul Greengrass ha tratto dal libro omonimo di Paulette Jiles: News of the World. Disponibile su Netflix, Hanks vi interpreta il capitano Jefferson Kyle Kidd che gira gli Stati Uniti del 1870 leggendo ai connazionali i giornali del mondo.
Siamo a ridosso della Guerra Civile, con quali conseguenze?
Ostilità e sconfitta sono il pane quotidiano, soprattutto in Texas. La pacificazione è lungi dall’essere realizzata, ansia, rabbia e conflittualità si ritrovano ovunque.
Nondimeno, il film non abdica all’ottimismo.
Il vero messaggio è: se vogliamo, andrà tutto bene. Anche in questi nostri tempi bui possiamo riguadagnare una prospettiva positiva: quando ne saremo fuori, constateremo che siamo più fortunati di quanto pensassimo.
Merito del suo veterano e vedovo Captain Kidd.
Ha trovato uno scopo nella vita, grazie a Dio. Si alza, raccoglie le storie, sceglie le notizie, attacca la locandina, porta a termine la sua missione e si sposta nella città successiva…
Sul suo cammino s’imbatte in Johanna, una bambina catturata dalla tribù dei Kiowa sei anni prima e allevata come una di loro.
Le autorità governative vogliono capire da dove venga e riconsegnarla alla propria famiglia. Problema, lei non ha idea di quale sia la sua famiglia. Per fortuna, trova Kidd.
E per fortuna lei ha trovato la piccola Helena Zengel.
Questo film non esisterebbe senza Helena, non si può dire in un altro modo. Non è una bambina che fa l’attrice, ma un’attrice bambina… Non abbiamo “lavorato” insieme perché eravamo semplicemente “insieme”. Il film non consisteva nel recitare le battute, ma nel condividere il momento, che fosse a cavallo o attorno al fuoco. Ho 64 anni, faccio questo lavoro da un po’ e mi piace ancora imparare dai colleghi, ma guardavo questa co-protagonista undicenne e bilingue e pensavo: “Se solo potessi essere così naturale e semplice come lei…”.
Qual è stato il contributo dei Kiowa?
Abbiamo girato le scene con veri membri della tribù, venuti dall’Oklahoma e da altre zone. Li ringrazio per averci dato fiducia, per aver voluto fare parte del film: il loro imprimatur è fondamentale.
Che cosa pensa dell’arte di raccontare?
Si impara sempre qualcosa dal sentire una storia. Non penso ci sia professione più nobile di quella del narratore, di chi sta cercando di “avere le carte in regola e dire la verità”, per usare le parole di Spencer Tracy. C’è una verità là fuori: lo sai tu e lo sa il tuo pubblico.
Tutti narratori?
No, non tutti possono esserlo, ma tutti vogliono essere tirati dentro una conversazione, tutti vogliono appartenere a qualcosa di più grande. C’è un modo perfetto per intavolare una discussione con chiunque, in qualsiasi circostanza: “Ho visto la cosa più bella”, “ho sentito il fatto più incredibile”, e raccontandoli puoi sentirti immediatamente legato a uno sconosciuto o ancora più vicino alla persona che ami.
Com’è stato ritrovare Paul Greengrass?
Lavorare nuovamente con qualcuno, in particolare se hai avuto un’esperienza emotivamente straordinaria come la nostra su Captain Phillips, significa che non devi prendere le misure né temporeggiare, non devi chiedere “per quale squadra di football tifi?”, già lo sai. Risparmi tempo e puoi sederti a parlare, spartire pensieri e sentimenti.
Da attore e spettatore, che cosa apprezza di News of the World?
Sia il romanzo di Jiles che la sceneggiatura di Paul parlano di connessione: Captain Kidd capisce che il suo dovere primario è unire le persone, metterle nella stessa stanza, per uno stesso motivo, ovvero per sentire le notizie, per essere informati circa la propria comunità e il mondo.
Parola chiave: condivisione?
Raccogliendo questi articoli, Kidd riesce a valorizzare la condizione umana, così da dimostrare che abbiamo più in comune, in termini di azioni e motivazioni, di quanto pensiamo. Quella specifica comunità sarà interessata alle malattie e alla costruzione della ferrovia, ma il mondo è influenzato da quello che succede in Europa, da una guerra combattuta a migliaia di chilometri di distanza, come dagli incontri di una squadra di baseball di Cincinnati. Captain Kidd mette in piedi uno spettacolo che riunisce le persone, e le rende più consapevoli: potenza del giornalismo.
Morale della favola?
Belle o brutte che siano le notizie, la cosa positiva è che la gente venga informata. È un tema che definisce la condizione umana stessa: vogliamo sentire sempre la storia della caccia, seduti intorno al fuoco, nella grotta, alla fine della giornata.