Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2021  febbraio 16 Martedì calendario

In Canada il Covid fa crollare la vendita di pellicce del 70%

Le vendite di peli e pellicce, un’industria che è stata motore economico del Canada per tre secoli, sono precipitate del 70% nel 2020 a causa della pandemia di Covid-19. Il settore industriale di peli e pellicce è una vasta industria nel Paese, composta da manifattura, negozianti, magazzini e cacciatori. E malgrado l’assenza di cifre recenti contribuisce per 800 milioni-un miliardo di dollari l’anno all’industria del Paese e dà lavoro a circa 60 mila persone e a 50 mila cacciatori. Un capitolo della storia nazionale del Canada potrebbe chiudersi anche perchè il settore non ha saputo rilanciarsi sotto la pressione degli animalisti.
Cattive notizie, dunque, per i cacciatori in Canada: la Fur Harvesters Auction (Fha), l’ultima grande vendita all’asta di pellicce del Nord America, ha rinviato l’appuntamento annuale. Previsto per gennaio è stato spostato ad aprile per la pandemia. Un duro colpo per il settore, anche perchè la Fha l’anno scorso si era svolta online. E i risultati non sono stati positivi, visto il crollo delle vendite del 70% che è stato registrato rispetto al 2019. «È stato terribile. I risultati sono stati pessimi, le pellicce di fascia alta non sono state vendute», ha detto a Radio Canada, Nathan Kogiak, un cacciatore di Yellowknife, nei territori del Nord Ovest, «Gli acquirenti comprano solo se possono toccare le pelli». Per una pezza di pelo di grizzly si paga in media 1.085 dollari e 241 dollari per una di lupo artico, secondo i risultati di vendita di Fha 2019. Le pelli di volpe o di orso si vendono ancora bene, ma quelle pregiate come l’ermellino e la lince, invece, non trovano più acquirenti.