ItaliaOggi, 16 febbraio 2021
Ecco perché i panettieri di Cuneo dicono no alla lotteria degli scontrini
C’è un cartello sulla vetrina. «Diciamo no alla lotteria degli scontrini: non siamo una sala giochi». In Piemonte, nel Cuneese, i panettieri si ribellano alla riffa di Stato. Ed espongono il loro no fuori dai negozi.
I contribuenti italiani hanno la possibilità di aggiudicarsi sino a 5 milioni di euro. È il premio annuale della lotteria degli scontrini, partita lo scorso primo febbraio. Per ogni euro speso con strumenti di pagamento elettronici si riceverà un biglietto della lotteria, sino a un massimo di 1.000 per singolo acquisto. In palio ci sono anche dieci premi mensili da 100 mila euro, con la prima estrazione in calendario l’11 marzo.
Secondo i dati di Confcommercio il 50% degli esercenti non ha aggiornato il software dei registratori di cassa telematici per consentire ai clienti di partecipare alla lotteria. E i panettieri di Cuneo, sostenuti dalla locale Cna, non hanno intenzione di adeguarsi. Né ora, né entro l’1 aprile, scadenza fissata dal governo per non incorrere in eventuali sanzioni.
«Con la lotteria ci hanno imposto un altro balzello che oltre a rappresentare un costo per le nostre aziende è anche contrario a quelli che sono i princìpi morali cui siamo stati educati», ha spiegato Piero Rigucci, presidente dell’associazione panificatori della Granda, come viene definita la provincia di Cuneo.
Adeguarsi alla lotteria, secondo i conti dei panettieri, costa quasi 500 euro l’anno: 150 per il Pos e 300 per adattare il software del registratore di cassa e dotarsi del dispositivo che legge gli scontrini. «Una riffa legata a un alimento simbolo», ha proseguito Rigucci. «Nel Padre nostro non si legge dacci oggi la nostra lotteria quotidiana...».
«Per adeguare un vecchio registratore di cassa e acquistare la pistola che legge il codice servono sino a 300 euro. Non è certo il momento di affrontare questa spesa, col Covid che ha ridotto drasticamente gli incassi».
All’iniziativa di protesta, con le vetrofanie esposte dagli esercenti, ha aderito circa l’80% degli associati. «Più saranno numerose, più saranno d’appoggio alle nostre iniziative tese a far capire a chi di dovere che hanno fatto un’imposizione assurda e anche nociva, oltretutto approfittando di questo periodo della pandemia per attuarlo, sapendo che noi operatori siamo corretti e non abbiamo promosso alcuna iniziativa di protesta che avrebbe solo danneggiato la popolazione. Questo si chiama buon senso».
Per il responsabile della Cna, Mauro Carlevaris, «in questa scelta di Stato c’è un doppio messaggio negativo: una lotteria non combatte l’evasione fiscale e incentiva il gioco d’azzardo, quindi è una scelta eticamente inaccettabile».