La Stampa, 14 febbraio 2021
Il passaggio della campanella tra Conte e Draghi
Sabato 13 febbraio. «Giuseppe Conte e Mario Draghi si presentano nel Salone alle 13 dove è stata apparecchiato un tavolino tondo sopra il quale è appoggiato un piattino: dentro si trova la fatidica campanella che il presidente del Consiglio utilizza per richiamare all’ordine i suoi ministri. I due presidenti, dopo essersi disinfettati le mani, si accomodano uno da una parte e uno dall’altra del tavolino, riparati dalle loro mascherine si mettono in posa per la gioia di fotografi e cameraman. Conte e Draghi restano silenziosi e immobili, quasi senza espressione in attesa che i lavoratori dell’immagine finiscano i loro preliminari. Finalmente Conte prende in mano l’argentea campanella alla sommità e anche Draghi deve imitarlo, sfiorando le dita del suo predecessore. A quel punto dai fotografi partono sommesse preghiere: «Preside’ da questa parte!», «anche qui», grazie», «da noi, a destra, per cortesia». E intanto la campanella resta nelle mani dei due Presidenti: cinque, dieci, quindici secondi. Alla fine saranno ventitré: un eternità per un’immagine fissa, riservata unicamente allo spettacolo. E infatti a interrompere quell’interminabile sequenza è un «grazie», sussurrato da Draghi» [Martini, Sta].