la Repubblica, 13 febbraio 2021
Storia della Colt (venduta ai cechi)
È stata la pistola più famosa (e veloce) del Far West. Ha scritto – purtroppo anche con il sangue – tante pagine di storia americana. Ma il tempo passa, l’era dei cowboy è finita. E la Colt, la fabbrica d’armi più amata negli Stati Uniti, è stata costretta ad ammainare la bandiera a stelle e strisce per provare a farsi una nuova vita ad Est.
Il trasloco era nell’aria da tempo: i conti della società non tornano. Le armi semiautomatiche – in una staffetta al ribasso da brividi – hanno sostituito i revolver nel cuore e nelle case dei cittadini statunitensi. E dopo una serie di tentativi di salvataggi pubblici, la pistola degli sceriffi è stata acquistata per 220 milioni dalla ceca Ceska Zbrojovka.
Oltreoceano è uno choc: la Colt 45, per gli americani, è un pezzo del Paese. È stata l’arma di Pat Garrett & Billy the Kid, di Jesse James e di Butch Cassidy. I cavalleggeri dell’esercito Usa l’hanno usata (con successo, dal loro punto di vista) nella guerra per cacciare dal wild wild west i nativi americani. Theodore Roosevelt ne impugnava una con elegante manico d’avorio intarsiato – venduta all’asta qualche anno fa per 1,4 milioni – nella battaglia delle colline di San Juan a Cuba, contro gli spagnoli.
La fama del brand, per assurdo, è stata sempre superiore al suo successo economico. Il primo fallimento della società risale addirittura al 1841 quando Samuel Colt, l’inventore del revolver a singola azione, fu travolto dal tentativo di diversificazione nei cavi sottomarini e nelle mine navali, fallito in un mare di perdite. A salvarlo, allora, fu Samuel Walker, un Texas Ranger. L’eroe – assieme alla sua implacabile Colt – della guerra con il Messico che non solo diventò un testimonial involontario dell’efficienza dell’arma, ma contribuì pure a migliorarne il disegno.
La leggenda delle pistole del Connecticut è così rinata subito dalle sue ceneri. I famosi 30 colpi in 30 secondi sparati nella sfida all’O.K. Corral sono tutti usciti dalle canne della Colt. Buffalo Bill usava in tutti i suoi spettacoli le peacemaker, le pacificatrici, come i cowboy le chiamavano ironicamente allora. E l’esercito Usa ha da 175 anni ne almeno un modello nella sua dotazione.
Il vento però è rigirato a inizio novecento. I gangster hanno preso il posto dei cowboy, i bar quello dei saloon. E la pistola più famosa d’America ha iniziato la sua ennesima parabola discendente fino allo stop temporaneo alla produzione del 1941 quando la guerra esigeva armi ben più sofisticate. A tenerle in vita ci ha pensato Hollywood. John Wayne ne aveva due con manico d’avorio. Da Kirk Douglas a Burt Lancaster, da Clint Eastwood a James Stewart, tanti attori ne hanno consolidato la fama impugnandola davanti a una telecamera. Ma non è bastato. Le vendite negli ultimi anni sono crollate. I tentativi di salvarla sono spesso finiti in nulla. Ora, dopo l’ennesima bancarotta, il calcio delle Colt passa nelle mani dei cechi. E la pistola dell’Ovest prova a risalire la china grazie ai soldi – pecunia non olet – degli ex nemici dell’Est.