Il Messaggero, 13 febbraio 2021
Manfredi ancora gravissimo
IL DRAMMA
ROMA Un’esposizione al monossido di carbonio prolungata, durata giorni e non soltanto ore. È questa l’ipotesi dei vigili del fuoco su cui ora indaga anche la Procura di Roma che ha aperto un fascicolo per lesioni colpose a seguito delle prime verifiche nella palazzina di via Vascellari (cuore del Rione Trastevere) dove giovedì pomeriggio sono stati ritrovati esanimi Valerio Massimo Manfredi, 77 anni, celebre autore di best-seller e programmi tv cult di storia e archeologia e la scrittrice e latinista 47enne Antonella Prenner. Le loro condizioni cliniche restano disperate. Manfredi è ricoverato nel reparto di Terapia intensiva dell’ospedale della Misericordia di Grosseto dove è stato trasportato d’urgenza in eliambulanza per poter eseguire la terapia in camera iperbarica dal momento che l’unica attiva nel Lazio, ovvero quella del policlinico Umberto I di Roma, era occupata dalla Prenner. La donna, madre di una bimba di 10 anni, vegliata dal marito, ieri ha finito il ciclo con la terza seduta e oggi i medici proveranno a svegliarla per eseguire una prima valutazione neurologica al fine di escludere danni cerebrali. Le prognosi restano riservate mentre proseguono invece le verifiche sugli impianti di riscaldamento del palazzetto di Trastevere.
FUGHE DI GAS DA GIORNI
Non è stata solo una questione di ore perché il monossido, sprigionato molto probabilmente dalla caldaia di un ex-galleria d’arte facente parte dell’edificio e posta sotto sequestro, ha iniziato a circolare già da giorni. Un caro amico di Manfredi racconta: «Valerio è stato male già il giorno prima (mercoledì ndr) pensava di avere un po’ di febbre ed è andato al pronto soccorso gli han detto di non preoccuparsi ma i medici non potevano sapere che si stava avvelenando con il monossido di carbonio perché avrebbero dovuto fare un esame del sangue mentre Valerio aveva dei giramenti di testa e quindi so che gli hanno fatto il tampone per il Covid ma nessuno sapeva che stando dentro casa già 4-5 ore aveva iniziato ad intossicarsi». Dall’ospedale Manfredi è rientrato nel loft ignaro di respirare quel gas tossico che proprio i vigili del fuoco chiamano il signore della morte silenziosa in quanto inodore, incolore e insapore. Ieri a via dei Vascellari sono tornati i vigili che comunque attendono la delega del pm Antonella Nespola per avviare verifiche strutturali più tecniche su tutti gli impianti della palazzina.
LE INDAGINI
La tesi finora più accreditata e maggiormente probabile riconduce la dispersione del monossido a una caldaia dell’edificio. Esattamente quella di un locale commerciale che fino allo scorso agosto ospitava una galleria d’arte di proprietà di un operatore televisivo napoletano Fabio C.. Lo spazio, dopo la chiusura dell’attività espositiva, era rimasto vuoto ma l’operatore ha spiegato sia ai vigili del fuoco che agli agenti di polizia del commissariato di Trastevere come fossero in atto dei lavori di ristrutturazione. Anche una commerciante di via dei Vascellari ricorda «un operaio a lavoro nel giorno esatto in cui è avvenuta questa inspiegabile tragedia». Sempre il proprietario ha sostenuto che forse durante i lavori sia stata accesa inavvertitamente la caldaia e che questa sia rimasta in funzione per diversi giorni. In tutti e sei gli appartamenti che compongono la palazzina i vigili del fuoco hanno rintracciato giovedì pomeriggio quantità variabili di monossido. L’ambiente più saturo era l’appartamento di Manfredi il cui ingresso al piano terra è di poco distante dal locale della galleria. La tesi è che il monossido sprigionato da questa caldaia si sia insinuato nei giorni attraverso condutture e pertugi, compresi quelli della cucina dello scrittore sia nel suo appartamento che in tutti gli altri che però per una distanza maggiore dalla caldaia malfunzionante avrebbero raccolto meno monossido. Ciononostante, non appena saranno disposte le perizie verranno ricontrollate tutte le caldaie per escludere altre fonti e cause.