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 2021  febbraio 13 Sabato calendario

Post razzisti, il calcio inglese chiede ai potenti dei social di cambiare marcia

 In Inghilterra sui post si trova di tutto: razzismo, discriminazioni di genere, minacce di morte. Insulti amplificati, secondo gli esperti, dall’addio all’Unione europea che avrebbe riportato a galla il nazionalismo estremo. I social sono diventati ingestibili. E in queste ultime settimane se n’è accorto anche il calcio, con la Premier League costretta a scrivere una lettera indirizzata al numero uno di Twitter Jack Dorsey e al fondatore di Facebook Mark Zuckenberg. «Dear Jack, Dear Mark»: si appellano in questo modo i vertici del football inglese ai potenti delle piattaforme social. Usando nella missiva, dopo un preambolo che sembra quasi conciliante, dei toni durissimi. Invocando una presa di posizione netta e un cambio di marcia repentino nella gestione dei commenti. Strumenti rapidi per l’identificazione degli utenti e ban immediato e soprattutto a tempo indeterminato per chi si è già reso protagonista di questi episodi. La linea che chiedono i vertici d’Oltremanica è chiara e non sembra avere possibilità d’appello.
LA MISSIVA
«Paradiso degli abusi». E ancora: «La vostra inazione ha creato nelle menti di anonimi autori la convinzione di essere fuori da ogni possibile conseguenza». Le parole scelte dalla Premier League, insieme alla Football League, alla Federazione Femminile, alle associazioni di calciatori, allenatori e arbitri, lasciano poco spazio alle interpretazioni. «Le vostre piattaforme si legge hanno miliardi di utenti e non combattere in modo serio produce un senso d’impunità che non può essere accettato. Per ragioni di umana decenza vi scriviamo per chiedervi di ricorrere al potere dei vostri sistemi globali per porre fine a tutto ciò. Oltretutto più è tollerato da Twitter, Facebook e Instagram, più questo diventa un comportamento normale. L’inerzia è stata interpretata come una resa». «Chiediamo incontri con le vostre organizzazioni per discutere delle prove di abusi. Vorremmo capire si sottolinea ancora – che azioni state intraprendendo e quali sono i piani per affrontare in maniera diretta questi temi. Ai bersagli deve essere offerta una protezione e chiediamo che vi assumiate la responsabilità per prevenire questi fenomeni».
ESCALATION
Alle minacce di morte si è arrivati all’inizio di questa settimana: indirizzate all’arbitro Mike Dean che ha chiesto di non essere impiegato nel weekend. Il direttore di gara ha denunciato e non scenderà in campo. Nel mirino dei razzisti ci sono finiti anche Marcus Rashford e Axel Tuanzebe del Manchester United; Antonio Rudiger (ex Roma) e Reece James del Chelsea; Romain Sawyers del West Bromwich Albion e Yan Dhanda dello Swansea. Ma della lista, purtroppo, fa parte anche Lauren James, attaccante ventenne del Manchester United femminile e della Nazionale inglese. Ci sono volute parecchie ore e migliaia di segnalazioni affinché fosse rimosso un commento indegno (sono apparse delle scimmie) sotto una foto postata su Instagram. «Gracias Negrito» infine è l’espressione che è costata 3 giornate di squalifica (e 100 mila sterline di multa) all’uruguaiano Edinson Cavani. L’ex Napoli ha ringraziato in questo modo un tifoso nelle sue stories. L’attaccante si era subito difeso ma la Premier League giustamente lo ha ritenuto discriminatorio e razzista. L’attaccante ha poi capito l’errore e si è scusato.