la Repubblica, 12 febbraio 2021
Intervista ad Alfonso Signorini
Insulti, volgarità, scene madri, abbracci, riconciliazioni, conversazioni senza capo né coda, bugie e verità: quello che si vede al Grande fratello vip supera ogni immaginazione. Volano gli stracci e le querele, come nel caso di Laura Pausini che ha denunciato Alda D’Eusanio – espulsa. Un reality infinito (iniziato a settembre si concluderà il primo marzo), in onda su Canale 5 due volte a settimana, il lunedì e il venerdì, condotto dal direttore di Chi Alfonso Signorini.
Ha detto che “Grande fratello aiuta la gente a distrarsi”. C’è un limite: non le sembra che ci siano state cadute notevoli?
«Le cadute ci sono state ed è quasi inevitabile per la natura stessa del programma, io parlo delle 24 ore in diretta. Come accade in qualsiasi casa, ci sono cadute, litigi, parolacce che non vorresti mai vedere. Gli imprevisti sono senza filtri».
Senza filtri no. C’è una squadra di autori.
«È vero che ci sono. Incontrano anche i concorrenti in confessionale, ma alla fine sono gli inquilini i protagonisti. Uno si comporta com’è, nel bene e nel male: il limite è il proprio modo di essere. Quando fai un casting cerchi un mix, le personalità forti sono preponderanti, non cerchi solo i personaggi fuori dagli schemi ma ci deve essere una giusta alchimia. Sono entrato due anni fa con rispetto, GF è una macchina da guerra che esiste da 20 anni. C’è un capoprogetto che si chiama Andrea Palazzo. I giochini mi deprimono, l’attenzione al racconto e all’emozione è nelle mie corde».
Poco emozionante Antonella Elia che fa body shaming contro Samantha De Grenet o Alda D’Eusanio che accusa il compagno della Pausini.
«Orrende. Ci mancherebbe, dico la verità. Mi pento di non aver sentito la battuta di Mario Balotelli, ho rimproverato i miei. La Elia ho sbagliato e mi sono vergognato di non averla interrotta. Ho sbagliato.
Quando ho sentito Alda mi sono agghiacciato, ho capito che era una scheggia impazzita e ho voluto l’espulsione immediata».
Si sente più conduttore o domatore?
«Non lo so, più che un domatore sei un regista: devi calibrare e dosare gli interventi, le personalità. A volte sono un domatore, a volte una pecora, a volte un fan, atteggiamento assai provinciale che deriva dalla mia famiglia che subiva il fascino del piccolo schermo. E infatti io subisco il fascino di Maria Teresa Ruta».
Si è chiesto perché continuino a seguire il reality milioni di persone?
«Mi stupisce che la tv generalista, strumento di compagnia relegata agli anni 80, viva e lotti insieme a noi. Complice il raddoppiamento della serata e la durata, GF si è più “soapizzato”: i risultati dimostrano che interessa il pubblico, dato su cui riflettere. Il concorrente non è più concorrente. Ho ricevuto 350 mail di lettori che mi chiedevano di fare le condoglianze a Dayane Mello.
Assistiamo a un processo di identificazione insolito; gli inquilini del GF diventano vicini di casa».
Urla “vipponiiiii”, e suona come una presa in giro.
«Lo è. C’è una forte carica di ironia, in vipponi c’è l’assonanza con pipponi.
Come quando dico a Elisabetta Gregoraci che è chic e la tratto come Grace Kelly al Ballo della rosa. Se ci crede è un problema suo».
Si definirebbe cinico?
«Ovvio. Chi fa televisione non lo è?
Poi non sei solo cinico. C’è uno strano processo di identificazione: io mi commuovo davvero, mi identifico nel dolore della Ruta. L’affaire Zenga: se mi prendi come Alfonso, non aspetto il GF per farmi vivo con mio figlio. Ma quando Walter ha il confronto, si illuminano gli occhi del cinico».
Non le dispiace creare falsi miti?
«Chiunque faccia tv ed è colpito dalla luce rossa si trasforma in personaggio, mostro, dipende dalla persona. La macchina del reality costruisce tanti mostri, la mia responsabilità è al 50%».
Sempre convinto che “Il pettegolezzo distrugge. Il gossip costruisce”?
«Il pettegolezzo molesto è la diffamazione, distrugge; il cicaleccio, quello che ti consente di staccare, allieta la vita. Poi a volte il gossip diventa pettegolezzo».
Barbara D’Urso fa gossip o pettegolezzo?
«Lavora come una pazza, ha una resistenza. Quando lavi i piatti, uno lo spacchi. È capitato a me, a chiunque, di fare brutte pagine. Fa gossip, a volte pettegolezzo».
Ha conosciuto il potere, Berlusconi.
«Il potere è qualcosa da cui bisogna stare molto lontani. È bello da vedere, ma come se fosse un meraviglioso spettacolo a teatro. Grazie al cielo, anche se mi dicono che sono un uomo di potere, non mi frega niente».