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 2021  febbraio 12 Venerdì calendario

Brexit, Londra perde lo scettro È Amsterdam la Borsa regina

A distanza di poco più di un mese dal compimento della Brexit, la Borsa di Amsterdam ha sorpassato quella di Londra in volume di scambi azionari. I numeri, rivelati ieri dal Financial Times su elaborazione dei dati raccolti da Cboe Europe, sono impietosi: a gennaio, le transazioni avvenute su Euronext, principale mercato finanziario dei Paesi Bassi, e sul ramo olandese di Cboe sono quadruplicate rispetto a dicembre 2020 raggiungendo un volume medio di 9,2 miliardi di euro al giorno. Le performance della City londinese sono invece crollate da 14 a 8,2 miliardi di euro. Lo storico sorpasso è una delle conseguenze più temute della separazione tra l’Ue e il Regno Unito. L’accordo commerciale raggiunto tra le parti alla vigilia di Natale ha sacrificato il comparto dei servizi in generale e in modo particolare di quelli finanziari per i quali non è stata prevista alcuna collaborazione. La vistosa lacuna equivale a una sorta di ’no deal’: Bruxelles ha rifiutato di riconoscere alle società finanziarie britanniche un’autonomia sotto il profilo della supervisione e del controllo mentre Londra ha messo al bando le società di brokeraggio europee.
La notizia del sorpasso di Amsterdam su Londra è arrivata
proprio all’indomani dell’appello con cui il governatore della Banca d’Inghilterra, Andrew Bailey ha chiesto all’Ue di arrivare entro il prossimo mese a un accordo che armonizzi gli scambi azionari tra i rispettivi mercati per il bene della ripresa economica di entrambe le parti. Il discorso di Bailey è stato però più di una moral suasion. Domandandosi se «l’Ue sta cercando di tagliare fuori il Regno Unito», il governatore ha sottolineato che «al momento ci sono segnali dell’intenzione di fare così». Convinto che Bruxelles voglia imporre a Londra regole più stringenti di quelle richieste ad altri partner, come la Svizzera o gli Stati Uniti, Bailey ha avvertito: «Penso che sarebbe un errore perché condurrebbe alla frammentazione dei mercati, che alza i costi per tutti, inclusi, tra l’altro, i cittadini europei».