Il Sole 24 Ore, 12 febbraio 2021
Calcio, il nodo dei fondi sulla strada dei diritti Tv
Club spaccati sull’ingresso dei private equity nel calcio italiano. E proprio la querelle sull’incrocio di destini fra fondi e Serie A ieri è stato determinante per bloccare la votazione sull’attribuzione dei diritti audiovisivi per il prossimo triennio.
La riunione dei presidenti del club, che si è svolta “in presenza”, in un hotel in centro a Milano, ha avuto come momento iniziale l’illustrazione da parte di Dazn e Sky della propria offerta. Per la prima erano presenti il ceo James Rushton, l’executive vice president per il Sud Europa Veronica Diquattro e il Chief Commercial officer Jacopo Tonoli. Per Sky erano presenti il ceo Maximo Ibarra, l’executive vice president Marzio Perrelli e in collegamento da remoto Stephen van Rooyen, chief executive per Uk e Europa.
Di fatto questo momento di presentazione, stando ai resoconti, sembra aver ulteriormente allargato il fronte pro-Dazn, sempre più in vantaggio e a un passo dall’assegnazione con la sua offerta da 840 milioni all’anno per trasmettere 7 match in esclusiva e 3 in “coabitazione”. contro la massima proposta di Sky di 750 milioni per tutte le gare con possibilità di incremento di 50-70 milioni in caso di creazione di un canale light.
È stato affrontato anche il tema dei timori che lo streaming di Dazn non possa reggere l’onda d’urto delle competizioni live della Serie A. Su questo Dazn ha manifestato tranquillità ma anche assicurato investimenti ulteriori fra cui il posizionamento ottimale dei server sul modello di quanto sta facendo in Germania. Dall’altra parte, i vertici Sky sono stati chiamati a replicare sulla questione dell’ultima rata da 130 milioni non versata lo scorso anno. Con l’attribuzione dei diritti arriverebbe anche la rata sarebbe stato risposto, generando però una levata di scudi da parte dei presidenti.
A quanto riferito l’assemblea è stata un susseguirsi di scontri e spaccature fra i club con momenti di forte tensione fra il presidente del Genoa Enrico Preziosi e il vicepresidente dell’Udinese Stefano Campoccia. Quel che è successo, comunque, è che 10 club volevano procedere subito alla votazione per scegliere fra Sky e Dazn (tra cui Juventus, Milan, Inter, Napoli, Fiorentina, Atalanta, Lazio, Cagliari e Udinese), mentre altri 10 (tra cui la Roma) hanno portato di fatto a uno stallo, puntando a mettere sul piatto la partita con i fondi, con l’ingresso dei private equity (Cvc, Advent e Fsi) con un 10% della media company che dovrà gestire i diritti tv delle partite della Serie A. Al momento non ci sarebbero i numeri utili a ratificare un accordo, visto che servono almeno 14 voti a favore dei fondi. E i valori assicurati da Sky ma ancor di più da Dazn (cui i rumors associano un tandem con Tim smentito dalla telco) sono stati da una parte considerati una testimonianza di un buon lavoro fatto dai vertici della Lega e dall’altro una condizione che esime dalla necessità di mettersi in casa i fondi.
Insomma, ancora posizioni distanti tra i club della Lega Serie A sull’ingresso dei private equity tanto che nella giornata di ieri si è diffusa l’indiscrezione sulla volontà di 10 club di preparare una lettera dove esprimere la contrarietà all’ingresso dei fondi. I club favorevoli ai fondi, al contrario, avrebbero osservato che un’iniziativa del genere potrebbe violare gli accordi pre-contrattuali.