La Gazzetta dello Sport, 12 febbraio 2021
Biografia di Matteo Pessina
Questa è la storia di uno di noi: Matteo Pessina al potere è la rivisitazione, molto umana, di una rincorsa verso la gloria nata dopo aver fatto tutta la gavetta. Senza saltare un solo gradino, con la perseveranza del ragazzo che sa aspettare il momento giusto. E all’interno di incredibili rimbalzi di calciomercato: nel 2017 l’Atalanta lo prende all’interno dell’operazione che porta Andrea Conti in rossonero.Commenta per primoNessuno, quattro anni e mezzo dopo, avrebbe potuto immaginare che l’avventura di Conti sarebbe andata in testacoda, ripartenza da Parma. E che Matteo sarebbe diventato un pezzo da novanta di Gasperini, la gioielleria esposta in un mercoledì sera di grande prestigio per strappare al Napoli la finale di Coppa Italia. Classe 1997, centrocampista che diventa trequartista, da mezzala a ispiratore di Zapata e Muriel il passo è stato brevissimo. E oggi sarebbe impossibile dare una valutazione: siamo all’interno di un processo di crescita talmente bello che non smetteremo di raccogliere altri indizi illuminanti. Quindi, la quotazione del cartellino oggi non ha un senso, urge rinviare.
Pessina nasce calcisticamente a Monza, una di quelle (tantissime) storie che portano obbligatoriamente a un bivio: Inter o Milan. Matteo sceglie il rossonero e colleziona parcheggi insignificanti, prestiti a Lecce, Catania, Como senza un perché se non il tentativo rinviare a domani giudizi che andrebbero dati a prescindere. Il Milan non ci crede granché e comprendiamo i motivi: quando hai 20 anni o sei bravo bravo oppure ti mandano a giocare nella speranza che emergano le qualità nascoste. Pessina bravo bravo già lo era, evidentemente non per indossare la maglia rossonera. E qui non possiamo muovere critiche, ci può stare, abbiamo vissuto centinaia di queste storie. Quando entra nell’operazione Conti al Milan, l’Atalanta decide di forzare i prestiti, alzando i livelli della competizione: prima l’ambizioso Spezia, poi – storia recente – l’Hellas. Juric se ne innamora, lo incastra come trequartista, una stagione fantastica. Juric si arrabbia un po’, pensa di poter trattenere Pessina almeno per un altro campionato, il feeling è eccellente, l’Atalanta ti può accontentare una volta ma poi non fa regali. E qui il Milan, storia della scorsa estate, si trova in mezzo a un bivio: trasformiamo la percentuale vicina al 50% che ci spetta dalla futura rivendita in una riconversione verso Milanello a cifre convenienti? Oppure la presenza dei vari Calhanoglu, Kessie e compagnia è un fattore che renderebbe inutile, superfluo, il ritorno di Pessina in rossonero? Vince la seconda opzione, ora il Milan spera che la valutazione di Matteo raggiunga le stelle per ottenere il massimo, anche se per precauzione conviene non sbarrare tutte le porte per un eventuale ritorno nella sua ex casa.Certo è che le disquisizioni tattiche tra Gasperini e Gomez sul ruolo in campo, le stesse che hanno portato alla rottura, sono state un assist indiretto per Pessina. La cessione dell’argentino al Siviglia ha messo fine a un rapporto insostenibile, contemporaneamente è come se si fosse spalancata un’autostrada a sei corsie per il ragazzo che aveva bisogno soltanto di visibilità. Se l’Atalanta fosse rimasta con Papu più Ilicic più Malinovskyi più Miranchuk, sarebbe stato complicato trovare spazio. Tenendo soprattutto conto che davanti alla difesa ci sono de Roon e Freuler, in quel ruolo non ci sarebbero stati margini, senza dimenticare che il talento di Pessina ha traslocato di una trentina di metri. Trequartista con licenza di inserirsi, di colpire, di stupire, di assistere. Il bello di questa storia è che può giocare sia accanto a Ilicic che alle spalle di due punte, quindi un vantaggio assoluto per recuperare il massimo del minutaggio. Gasperini dice che sarà utile anche a Mancini, non abbiamo grossi dubbi. Ma per capire bene questa storia bisogna rammentare il passaggio storico del 2017: Pessina entra nell’operazione Conti al Milan, valutazione del cartellino tra i due e i tre milioni, basta così. Tutto il resto è l’ennesimo trionfo firmato Atalanta: Pessina al potere, un anno con Juric è stato più che sufficiente per dargli le chiavi di Zingonia.