ItaliaOggi, 11 febbraio 2021
Periscopio
Meno male che è finito il 2020. E dire che era partito così pieno di aspettative, così rotondo. Raffaella Carrà (Maria Volpe). Sette.
Dopo l’incontro con i Cinquestelle s’è capito perché Mario Draghi farà due giri di consultazioni, la prima volta spiega, la seconda interroga. Sebastiano Messina. la Repubblica.
All’arrivo in Sicilia di una nave di migranti, chissà quanti dirigenti del Pd si saranno precipitati sui social di Salvini nella speranza di imbattersi in una spacconata sovranista che desse loro una splendida scusa per non salire con lui sullo zatterone di Draghi. Invece, oltre a un inno alla cara madre Europa, vi hanno trovato una foto crepuscolare della sua cameretta d’infanzia. Per dare l’idea, l’immagine più trasgressiva era un selfie con Bertolaso. Massimo Gramellini. Corsera.
A parte gli unici tratti in comune rappresentati dal tifo per la Roma, i capelli curati e il completo blu d’ordinanza, Mario Draghi è proprio l’antipode di Giuseppe Conte, per formazione, preparazione e stile di vita. Il presidente del consiglio incaricato è nato e cresciuto a Roma, figlio d’arte di un funzionario di Banca d’Italia, con studi nel prestigioso collegio dei gesuiti. L’ex due volte capo del Governo, invece, è nato in un paesino del Foggiano, con un papà segretario comunale e un curriculum vitae rimpolpato in extremis con corsi di lingua prima di diventare premier. Luigi Bisignani. Il Tempo.
L’ufficio di Rocco Casalino, a Palazzo Chigi, ha le dimensioni di un campo da calcetto. Fu un bellissimo capriccio. Il funzionario gli mostrò la stanza di solito destinata al portavoce del premier. Rocco restò immobile per alcuni istanti (solo il labbro superiore iniziò a tremargli: gli succede sempre quando sta per esplodere). Poi, battendo i piedi, urlò: «Orrore! È uno sgabuzzino!». Il funzionario, mortificato, chinò il capo. Nel pomeriggio iniziarono i lavori di ampliamento e così, adesso, non sarà una questione di scatoloni. Servirà una ditta di traslochi. Fabrizio Roncone. Corsera.
Ora si scopre, dopo tanta propaganda sgangherata, che Salvini non era fascista quando chiedeva di combattere (sia pure con i toni strumentali che ben conosciamo) il traffico di esseri umani, Orfini non era comunista quando chiedeva di aumentare le tasse sulle rendite finanziarie; semplicemente entrambi esprimevano due linee (la difesa dei confini, una politica fiscale progressiva) che in tutto il mondo appartengono rispettivamente alla destra e alla sinistra. Ora destra e sinistra all’apparenza vanno al governo insieme. In realtà, entrambe sostengono il governo Draghi. Dovranno smettere, almeno per qualche mese, di considerare l’avversario un nazista o uno stalinista. Resta il merito dei problemi. Aldo Cazzullo. Corsera.
Lasciai Repubblica, prima per la Stampa poi per il Giornale. Cambiai sponda perché a sinistra mi censuravano. Agnelli mi fece un’offerta favolosa per la Stampa. Lo stesso accadde con Berlusconi anni dopo per il Giornale. Col mio mestiere ho fatto una bella vita. Campo ancora di quei guadagni. I soldi non li ho mai chiesti, me li hanno offerti. Giorgio Forattini, disegnatore satirico (Giancarlo Perna). Libero.
Sarà che l’età mi ha reso barbogio, ma la politica mi ha stufato. Non riesco a tollerare che non sia più legata a un’idea (idea, non ideologia), a cose che identificano e dividono, a scelte di campo. Per me quello che si pensa non può essere staccato da quello che si fa. Invece ora è così che va, e la prima conseguenza è che la politica non si occupa più della vita delle persone, non ha nemmeno idea di come sia. Il fatto che un governo dipenda dalle paturnie notturne di chi lo compone deriva da questa estraneità, da questa frattura. Pierluigi Battista (Simonetta Sciandivasci). il Foglio.
Il Consiglio superiore della magistratura (Csm) sta alle correnti come il Parlamento sta ai partiti. Ma mentre il Parlamento, alla fine, è comunque espressione della volontà popolare, il Csm è il risultato di combinazioni e baratterie opache. L’unico modo per eliminare questa degenerazione è il sorteggio, magari combinato con un’elezione di primo o secondo grado, come faceva la Repubblica Veneta, anche perché la Costituzione richiede comunque un momento elettivo. Nel 1997 fui il primo ad auspicarlo, e fui chiamato dai probiviri dell’Anm per rispondere delle mie eresie. Naturalmente li mandai al diavolo, e nemmeno mi presentai. Ora vedo con piacere che molti, da ultimo il prof. Michele Ainis, sposa questa tesi. Mi fa piacere. Carlo Nordio, ex magistrato (Alessandra Ricciardi). ItaliaOggi.
La Riforma ha solidamente diviso la Germania tra il Nord protestante e il Sud cattolico e le mentalità ne risentono tutt’ora. Il Sud, allegro, aperto e bon vivant, accusa volentieri il Nord di snobismo, di freddezza, di pessimismo. Il Nord, per contro, trova il Sud un po’ volgare e deplora il suo gusto della facilità. Brigitte Sauzay, Le vertige Allemand. Olivier Orban. 1985.
Enzo Iacchetti, ringraziando Dio, non è un giornalista. Non è nemmeno un attore, non è un comico, non è un cantante, non è un presentatore, non è un ballerino, non è un prestigiatore. Insomma, non è niente. Però è un niente di sinistra. E quindi merita Striscia la notizia. Luciana Baldrighi, Feltri racconta Feltri. Sperling & Kupfer Editori, 1997.
Abbiamo festeggiato, quest’anno, i 20 anni della costituzione della mia scuola «Don Lorenzo Milani» di Pescantina (Verona). Tre dei miei figli ne avevano frequentato una simile in Spagna, a Valencia, dove io giocavo nel Levante. Così mia moglie e la sorella Francesca aprirono un asilo nido. Oggi si sono aggiunte scuola dell’infanzia, primaria e media, le prime due paritarie, la terza riconosciuta. Gli allievi sono 315. Abbiamo più richieste che posti disponibili. Ci siamo impegnati a far sì che le famiglie paghino anche per primaria e media la stessa retta del nido, intorno a 500-600 euro mensili. Non è facile, perché abbiamo 60 dipendenti, di cui 50 sono docenti... È stata prescelta per partecipare a un concorso europeo sull’innovazione didattica digitale. Siamo favoriti dal fatto che tra i soci figura il professor Zeno Gaburro, docente di fisica all’Università di Trento, esperto nella materia. Damiano Tommasi, ex calciatore (Stefano Lorenzetto). l’Arena.
La prova è come un dolce millefoglie: si forma a strati, successivamente. Un giorno scopri un volantino rosso in un covo nero, poi un proclama nero in un covo rosso. Nantas Salvalaggio, Il salotto rosso. Mondadori, 1982.
Di fronte a un pericolo non mi tiro mai indietro: mi faccio da parte. Roberto Gervaso.