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 2021  febbraio 10 Mercoledì calendario

Gas liquefatto, il Qatar rivendica il podio

Il Covid è costato un anno di ritardo sulla tabella di marcia, ma il Qatar ora ha ingranato la quarta dando via libera al più grande progetto per il Gas naturale liquefatto (Gnl) mai realizzato nella storia: quello per lo sviluppo del North Field. Un progetto da record sotto molti punti di vista, con cui Doha si candida a riconquistare – forse definitivamente – la supremazia sul mercato e che vanta costi di produzione ridotti all’osso e credenziali green finora senza paragoni, grazie al sequestro della CO2 e ad altre tecnologie per limitare l’impatto ambientale.
La Decisione finale di investimento (Fid) per la Fase 1 del progetto – approvata lunedì sera, con un budget di 28,7 miliardi di dollari – è una pietra miliare che segna un punto di svolta nel panorama globale dell’energia, oltre che un passaggio molto atteso nel settore dell’Oil&Gas, in cui si spende sempre meno e i maxi progetti sono ormai diventati una rarità. 
Oltre a commesse miliardarie, per cui Saipem è in pole position, sul piatto c’è anche la possibilità di rilevare una partecipazione nel progetto: prospettiva che fa gola a molte Major occidentali, Eni compresa. Saad al-Kaabi, ceo di Qatar Petroleum e ministro dell’Energia, ha chiarito che l’emirato non ha affatto rinunciato a trovare partner stranieri, che potrebbero entrare con una quota intorno al 30%. Tra le compagnie Doha ha riscontrato «grande interesse» e la settimana prossima invierà ai potenziali soci ulteriore documentazione sul progetto, in vista di una scelta che dovrebbe avvenire entro fine anno.
In competizione con il Cane a sei zampe ci sono molti big ai quali farebbe comodo investire in un progetto non solo redditizio, ma anche sostenibile sotto il profilo ambientale: la rosa dei finalisti secondo indiscrezioni comprende anche Shell, Exxon, Total, Chevron e ConocoPhillips, oltre ad alcune “società asiatiche”, disposte a prendere anche una fetta di produzione.
Anche le gare per le commesse proseguiranno a tappe forzate e Saipem ha buone opportunità di rifarsi dopo aver perso il primo (e forse il più ricco) contratto offerto dai qatarini: la società guidata da Stefano Cao, alleata con la statunitense McDermott, era nella shortlist finale, ma Doha ha preferito assegnare a Technip e Chiyoda l’incarico da 13 miliardi per realizzare i quattro nuovi mega treni di liquefazione con cui entro il 2025 arriverà a produrre 110 milioni di tonnellate l’anno di Gnl. Si tratta di un balzo enorme rispetto agli attuali 77 milioni, grazie al quale il Qatar potrà riconquistare il primato mondiale appena perduto a favore dell’Australia e metterlo in sicurezza anche rispetto alle ambizioni di Russia e Stati Uniti. 
Ma questo è solo l’inizio: la Fase 1, per l’appunto. L’emirato del Golfo sta già pensando anche alla Fase 2, con cui svilupperà l’area meridionale del North Field, con l’obiettivo di raggiungere una capacità di 126 milioni di tonnellate di Gnl nel 2027 e in seguito – è notizia delle ultime ore – spingersi addirittura oltre, verso traguardi quasi certamente preclusi a qualsiasi altro Paese, non solo in termini di volumi, ma anche di competitività. 
Il Qatar ha costi di produzione quasi imbattibili, intorno a 4 dollari per MBtu, stima Wood Mackenzie, livello al quale possono arrivare solo i russi nell’Artico. Inoltre il Gnl qatarino sarà anche più “pulito” degli altri, il che non guasta nell’era della transizione energetica e in vista di una carbon tax europea sui prodotti di importazione.
Il progetto appena avviato da Doha prevede un enorme impianto per la cattura e il sequestro della CO2 – addirittura «uno dei più grandi mai costruiti nel mondo», secondo Qatar Petroleum –, tecnologie per ridurre le emissioni di gas serra (anidride carbonica e non solo) e per risparmiare acqua. Inoltre gran parte dell’energia verrà dal sole, grazie all’installazione di ben 1,6 Gigawatt di capacità fotovoltaica. 
North Field promette di dare un forte impulso alle società che ruotano intorno al settore dell’Oil&Gas, colpite negli ultimi mesi dalla peggiore crisi nella storia. Anche per la cantieristica navale si prospettano commesse importanti, visto che Doha conta di ordinare in futuro un centinaio di nuove metaniere. A breve, entro due settimane, Qatar Petroleum assegnerà un altro maxi contratto per la realizzazione di cisterne di stoccaggio a terra, che di nuovo vede Saipem tra i possibili vincitori. Entro fine anno ci saranno altre due gare per impianti onshore. 
Restano inoltre da assegnare tutte le attività offshore: pacchetti Epci (Engineering, procurement, construction and installation) relativi a piattaforme di produzione, pipeline e cavi, per cui la società di Cao vanta competenze riconosciute e apprezzate sul mercato. Secondo la pubblicazione Upstream, la prima di queste gare vede sfidarsi quattro concorrenti: gli italiani (stavolta in consorzio con la Sembcorp Marine di Singapore) contro McDermott, Hyundai e Samsung.