Corriere della Sera, 10 febbraio 2021
Morelli-La Mantia, una cucina per due
La potremmo chiamare «cucina condivisa» o «co-cucina», sulla falsariga del «co-working» ma con una punta di solidarietà: uno chef che «presta» i suoi spazi ad altri colleghi meno fortunati, temporaneamente senza ristorante. Con il triplice vantaggio di dividere le spese, consentire loro di cucinare lo stesso (per il delivery) e, perché no, farsi anche un po’ di compagnia in attesa di tornare a lavorare tutti a pieno ritmo. Chissà, potrebbe essere una formula da esplorare in tempi di pandemia: un mix di risparmio e amicizia.
È quello che è successo a Milano: lo chef Giancarlo Morelli, bergamasco di stanza al «Bulk», il ristorante dell’hotel «Viu», ha deciso di ospitare il collega e amico Filippo La Mantia, palermitano, rimasto orfano del suo locale in centro chiuso a fine 2020 causa Covid. «Pagavo 31 mila euro di affitto al mese più spese, troppo a fronte degli introiti scarsi dell’ultimo anno – racconta La Mantia —. Il 31 dicembre ho preparato i piatti da asporto per il Cenone e poi ho svuotato le sale. Ora sono un cuoco senza ristorante, non mi era mai successo in vent’anni di carriera. E sono anche un imprenditore indebitato: altra cosa che non mi era mai accaduta, mi fa male solo dirlo. Insomma, l’ultimo mese non è stato facile, ero veramente triste. Mi ha salvato l’amico Morelli, che da qualche giorno mi sta facendo lavorare per delivery e asporto nelle sue cucine. Un gesto che mi consente di dare uno stipendio a quattro dei miei venti ragazzi (gli altri 16 sono ancora in cassa integrazione) e di distrarmi cucinando. Una scarica di buonumore per me. Gli pago l’energia che consumo e basta: sognavo da tempo un amico così. Gli sarò eternamente grato».
Morelli, del resto, è entusiasta: «Perché non lo abbiamo fatto prima? – si chiede —. È un’occasione di crescita professionale, sia per noi sia per i ragazzi. Poi piangiamo l’uno sulla spalla dell’altro, troviamo un sorriso in una giornata buia. E dopo tanto tempo popoliamo la cucina: per un cuoco è questa la cosa più bella».
Che sia, davvero, l’inizio di una tendenza? Morelli non ha dubbi: «Questo è il futuro: come si condividono gli uffici si possono condividere anche le cucine. Due cuochi che lavorano negli stessi spazi non per una singola serata ma nella quotidianità creano un bellissimo confronto». La Mantia, pur amando molto questa convivenza, annuncia però di volersene andare non appena il «Bulk» tornerà a lavorare a regime. «Ti renderò gli spazi, Giancarlo, ti serviranno. Ma entro l’anno, lo prometto, riapro anch’io».