La Stampa, 10 febbraio 2021
La guerra Allen-Farrow finisce in una serie tv
Era inevitabile: la vicenda che vede schierati su fronti opposti Mia Farrow e Woody Allen diviene una serie tv HBO. Ne sono autori Kirby Dick e Amy Ziering, documentaristi che hanno già affrontato il tema degli abusi sessuali nel mondo militare, in quello dei college e in quello della musica con The Invisible War, The Hunting Ground e On the Record. La serie, destinata a riaccendere polemiche, è stata preceduta dal rifiuto di Woody Allen di partecipare al progetto e la dichiarazione dei registi che «la verità non è stata ancora del tutto rivelata».
Breve riepilogo: Allen e la Farrow sono stati una coppia per 12 anni, e hanno realizzato insieme 13 film. Hanno adottato due figli, Dylan e Moses, e ne hanno concepito uno, Satchel. Nel gennaio ’92 l’attrice scopre foto nude di Soon- Yi (adottata con l’ex marito Andre Previn), scattate da Allen, che intreccia con lei una relazione (poi la sposerà). Ad agosto dello stesso anno il regista viene denunciato per aver abusato sessualmente di Dylan, 7 anni. La denuncia apre una feroce battaglia legale per la custodia dei figli e una duplice indagine che porta in entrambi i casi allo scagionamento di Allen: nel secondo caso il giudice redarguisce pubblicamente la Farrow di aver plagiato i figli contro il regista. Il caso pare chiuso, ma con l’esplodere dei recenti scandali sessuali e la nascita del #metoo, è riaperto, almeno sui giornali, dal figlio naturale Satchel, ribattezzato Ronan dalla madre. Parallelamente il figlio Moses prendele difese del padre. Il capitolo più recente vede il New York Times denunciare Ronan di piegare la verità alle proprie tesi, senza accertare i fatti. Nonostante la duplice vittoria in tribunale, Allen è ostracizzato dal mondo culturale: i salotti che lo hanno celebrato per decenni gli chiudono la porta e molti interpreti lo abbandonano. A voler seguir la logica, se l’aver lasciato la compagna per la figliastra è a dir poco discutibile, ma l’accusa ben più infamante di pedofilia è stata spazzata via dopo due indagini. Purtroppo però la logica è travolta dalle passioni, dall’istinto di rivalsa e la volontà di distruggere un simbolo. E, come sempre, c’è anche un elemento commerciale: questa storia ha enorme pubblico. Tra le chicche promesse, il documentario mostrerà per la prima volta la piccola Dylan filmata dalla Farrow subito dopo la denunzia: per i fan dell’attrice è la prova maestra, per quelli di Allen la dimostrazione del plagio. Nel finale, Farrow sostiene di «aver ancora paura di Allen». Le sentenze ci spingono a pensare che semmai sarebbe vero il contrario. —