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 2021  febbraio 09 Martedì calendario

Dal totocalcio al totoministri l’italico piacere della previsione

Otto tecnici e dodici politici.
Anzi no, dodici tecnici e otto politici. Ma potrebbero essere tutti tecnici. Il totoministri è un gioco, solo italiano!, che è anche grafica, un apparato lombrosiano di facce facciose che illustrano quotazioni, borsini, certezze e colpi di scena nella giostra del “chi sale e chi scende” che ci sorprende tutti i giorni, almeno due volte al giorno.
Stamattina, per dire, agli Interni rimaneva la Lamorgese. Eh no, già nel pomeriggio Draghi non vuole ex ministri. Ma la conferma di Gualtieri era stata concordata ieri.
Verso sera, immalinconito dal crepuscolo, Draghi si è deciso: all’Economia vuole l’interim. Però, sotto sotto, sale la quotazione del “tutti politici”. Eh sì, ma di seconda scelta perché Zingaretti e Salvini insieme non riuscirebbero ad amarsi e “no se puede no, scherzare con l’amor” canta Renzo Arbore. E siamo al toto-ostrascismo, la messa al bando, la punizione senza reato, il castigo senza delitto: no a Renzi, no a Conte o no a Salvini?
L’ostracismo può addirittura essere inflitto per eccesso di virtù, proprio come nell’antica Atene dove la fama di “giusto” rese sospetto di tirannia Aristide che fu appunto ostracizzato e perciò esiliato dal voto popolare (il quorum era 6000) compreso il suo. Ed è in fondo lo stesso malumore con il quale qualcuno ha accolto la scelta di Draghi che è Supermario per eccesso di virtù, potere forte, preferendogli la medietà di Conte, punto di equilibrio di tutti i vizi.
Anche nel totoquirinale, che ancora non impazza, la conferma di Mattarella renderebbe sospetto il troppo amore che nutriamo per lui. Inutile dire che il gioco del totoministri è una variante del totocalcio, che nel 1946 divenne il gioco nazionale dei pronostici, una sorta di dannazione antropologica secondo Flaiano: «Triste ritorno in Italia che mi appare un paese di giocatori di totocalcio». E si riferiva alla schedina, uno-ics-due, disperata speranza di un popolo di perdenti. Del totocalcio il totoministri non ha l’azzardo della scommessa, ma ha il piacere della previsione ragionata e dunque la presunzione della competenza, la vanità di capirne di politica. Ma noi indoviniamo anche le canzoni con il totofestival, i temi della maturità nel totoesami, il pontefice con il totopapa, ed è una perenne gara collettiva che meriterebbe un bel reality, non il Grande Fratello che espone il peggio delle persone, ma la ricerca del merito, dell’X-factor, l’X-toto che certo abbrevia la parola “totalizzatore”, ma forse sta per “tutto”, totus tuus era il motto di papa Wojty?a dedicato a Maria.
Toto è un bisillabo che ci è caro perché il totoscommessa è un gioco infantile anche lessicale, to-to come ma-mma e pa-pà, e perché con l’accento diventa il principe della risata, che festeggia la scommessa ordinando al cameriere appunto tutto: «champagne, caviale, salmone affumicato e senza fumo, zucchero filato, cocomero, castagne secche, pastasciutta, brodo, macedonia fritta, ananas, ballerine e soubrette».