La Stampa, 9 febbraio 2021
A proposito del prof
Ne abbiamo scritte, lette e sentite molte in questi giorni. La sintesi migliore appartiene a Guido Vitiello: un paese diviso tra Draghi compagno di classe e Draghi nemico di classe. Il compagno di classe – studioso ma non secchione, amichevole e beneducato, forte a calcio ma soprattutto a basket – per ora prevale come il sole ad agosto. Ne abbiamo scritte, lette e sentite molte, sull’uomo che dall’Europa salvò l’Italia e ora dall’Italia salverà l’Europa, sul professore con cui ritroveremo un’autorevolezza, senza nemmeno una macchia di passata di pomodoro, e anzi una centralità e, stai a vedere, dimissionaria Merkel e impastoiato nelle elezioni Macron e autoeliminata la Gran Bretagna, saremo noi il baricentro dell’Unione. Ho espresso il mio entusiasmo – consapevolmente infantile – al caro amico Giovanni Orsina, e lui mi ha ricordato che gli entusiasmi si pagano duramente. Mai nessuna disillusione, gli ho risposto, sarà più atroce del rave party degli ultimi tre anni. E così ne abbiamo scritte, lette e sentite molte, è bello, è intelligente, è elegante, è colto, è buono, è generoso, è dell’élite ma anche del popolo, è il popolo che si è fatto élite, eccetera, ma fra tutte le cose scritte, lette e sentite la più sensata, e per distacco, appartiene al segretario generale della Cgil, Maurizio Landini: adesso bisognerà studiare. Ecco, basta coi bignami, coi biglietti nei polsini, col sentito dire, con la parlantina, coi condizionali accettati per congiuntivi come stile di vita e pensiero, per l’elevato progetto di essere capre in mezzo alle capre. Ragazzi, la didattica a distanza è finita.